“Il clan del Casalesi non esiste più è stato, sconfitto dallo Stato nel suo potere militare ed economico”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti in un’audizione sul regime carcerario speciale di 41bis alla commissione Diritti umani del Senato. “In 22 anni – ha aggiunto Roberti, riferendosi all’arco di tempo da cui si applica il 41bis – abbiamo fatto molto contro le mafie, assicurando alla giustizia tutti i capi, salvo uno, Matteo Messina Denaro, che sono certo verrà presto catturato”. “Il 41bis è stato ed è uno strumento efficace di contrasto alle mafie e non dobbiamo mai pensare che sia uno strumento per costringere i detenuti a collaborare con la giustizia. La norma ha uno scopo di prevenzione e ha impedito che il carcere fosse una proiezione del territorio e che l’organizzazione lo controllasse come controllava il territorio. Pensiamo che la nuova camorra di Cutolo si costituì in carcere. I detenuti in 41bis – dice ancora Roberti – sono 717 e sono in carcere per lo più per l’appartenenza a organizzazioni di tipo mafioso. Ci sono tre detenuti in 41bis per terrorismo, il resto sono ristretti per mafia. Tra i tre detenuti per terrorismo c’è l’unica donna in regime di carcere duro, Nadia Desdemona Lioce, delle nuove Br.