E’ inutile minimizzare, il fatto che ieri, incontrando il presidente ucraino all’Eliso, Macron abbia voluto al suo fianco il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, non è certo un particolare da poco.
Il messaggio è fin troppo chiaro: dopo Draghi (che nel famoso treno per Kiev con Macron e Scholz siedeva a capotavola), ora il nostro Paese pare essere nuovamente tornato a qualche anno fa quando, in Europa si distingueva l’asse franco-tedesco (con Macron e la Merkel), ed ‘in coda’, a seguire, l’Italia, puntualmente tagliato fuori da ogni questione.
Giorgetti: “I mie colleghi tedeschi e francesi sono andati a trattare con Biden, l’avessimo fatto noi saremmo passati per sovranisti ed antieuropei”
Ma non solo, a questo punto va anche sottolineata la visita a Washington di Bruno Le Maire e Robert Habeck, rispettivamente ministri alle finanze francese e tedesco, corsi negli Sati Uniti perché ‘preoccupati’ dal varo delll’Inflation Reduction Act di Joe Biden. Anche in questo caso, l’iniziativa ha di fatto escluso il nostro Paese e, nello specifico, il ministro Giorgetti che, evidentemente contrariato, ha giustamente commentato che “Se l’avesse fatto l’Italia, questo governo sarebbe stato accusato di essere sovranista e antieuropeo. A parti invertite saremmo sotto processo“.
Meloni: “Quella del presidente francese è un’iniziativa inopportuna, capisco le questioni di politica interna, ma la nostra forza deve essere l’unità”
Una brutta condotta quella di Francia e Germania, rispetto alla quale la premier Meloni (che da noi le opposizioni indicano come responsabile dell’isolazionismo dell’Italia), ha deciso di dire la sua stamane a Bruxelles, prima del Consiglio europeo con ospite il presidente Zelensky: “Quella del presidente francese è un’iniziativa inopportuna – ha subito esordito la presidente del Consiglio – Capisco le questioni di politica interna e la volontà di privilegiare le proprie opinioni pubbliche, ma in alcuni momenti farlo rischia di andare a discapito della causa. La nostra forza deve essere l’unità”.
Palazzo Chigi sul gelo tra Italia e Francia: “Così si lede all’Europa. Non è una questione di Italia, ma di Europa”
Insomma fra Macron e la Meloni è nuovamente sceso il gelo, come si evince anche dalla foto di gruppo dei leader del Consiglio dove, in replica a quella scattata al G2o di Bali, si sono ignorati l’un l’altro. Rispetto a questa disdicevole situazione, fonti interne a Palazzo Chigi hanno giustamente commentato che “Così si lede all’Europa. Non è una questione di Italia, ma di Europa. Al fianco di Kiev non ci sono solo Germania e Francia, la nostra forza deve essere la compattezza. Cosa sarebbe accaduto se lo avessimo fatto noi? Il finimondo…“.
Macron minimizza e spiega che “La Germania e la Francia, come sapete, hanno un ruolo particolare da otto anni sulla questione dell’Ucraina”
Il ‘bello’ di tutto questo (si fa per dire), è che da parte sua il numero uno francese non spende nemmeno una parola, limitandosi ad affermare che “non ho commenti da fare“. Poi, incalzato dai cronisti, Macron spiega che “ho voluto ricevere il presidente Zelensky con il cancelliere Scholz, penso che eravamo nel nostro ruolo. La Germania e la Francia, come sapete, hanno un ruolo particolare da otto anni sulla questione dell’Ucraina, perché – tiene a rimarcare – abbiamo anche condotto insieme questo processo, penso che stia anche a Zelensky scegliere il formato che vuole“.
Zelensky ‘glissa’ tanto, afferma: “L’incontro con Macron e Scholz è stato potente e importante“. Tradotto: arrivano mezzi ed armi
E Zelensky che dice? Figuriamoci se il presidente ucraino, concentrato ad assicurarsi quante più armi e mezzi bellici possibili, può perder tempo in ‘formalismi’: “L’incontro con Macron e Scholz – taglia corto – è stato potente e importante“. Del resto come detto. Ciò che a lui premeva è stato assicurato ed infatti conferma: “aumentaremo le capacità militari ucraine, inclusi i carri armati“.
Zelensky ha incontrato Stati Uniti, Gb, Francia, Germania, ed oggi la Ue, ma non l’Italia…
Poi, quando le cose non girano non c’è niente da fare, causa un ritardo del numero uno di Kiev, fra i vari impegni costretti a saltare, anche l’atteso bilaterale con la Meloni la quale, per ovvi motivi, non deve certo averla presa bene. Insomma le evidenza raccontano che, in pochi giorni, il leader ucraino ha incontrato Stati Uniti, Gb, Francia, Germania, ed oggi la Ue, ma non l’Italia. E pensare che, quando sedeva dietro i banchi dell’opposizione, la premier Meloni ha sempre sostenuto e difeso a spada la questione ucraina, nonostante fosse al fianco di alleati di coalizione che, pur sedendo nel governo Draghi, apparivano molto più tiepidi di lei nel sostegno a Kiev. Insomma, se con Zelensky è ancora tutto recuperabile (la Meloni volerà a Kiev entro l prossimo 24 febbraio, con Parigi i rapporti sono nuovamente tornati pessimi…
Max