Ad essere onesti, la vittoria all’Europeo, giunta più grazie al cuore ed alla ‘disperazione’ che a bel gioco, aveva molto del ‘miracoloso’.
La dimostrazione, quanto poi accaduto dopo: un lento ed impietoso declino, da una parte dovuto all’evidente modestia tecnica in cui versa il calcio italiano e, dall’altra, la Nazionale di Mancini che paga l’insensibilità e la strafottenza della Fgci, da sempre arroccata nel suo ‘bel castello’, che poco fa rispetto ai floridi vivai delle giovanili, aprendo invece indiscriminatamente agli stranieri (ed ai procuratori), spesso iper valutati (possibile che la maglia azzurra debba andare al ‘brasiliano’ Pedro?). Basta vedere una partita del nostro – altrettanto modesto – campionato, per rendersi conto che mediamente, le squadre più titolate annoverano ‘almeno’ 9 calciatori stranieri. Basta infatti pensare agli 11 di Madrid (1982), o quelli di Berlino (Pirlo, Totti, Del Piero, tanto per citarne alcuni), per capire la differenza del tasso tecnico oggi in campo.
Una serata amara, iniziata con i vergognosi fischi di un gruppo di imbecilli (a tradire invece il grande cuore siciliano), che hanno umiliato l’inno macedone, per poi sparire subissati dai generosi e tempestivi applausi dei tifosi della ‘favorita’ di Palermo. La partita inizia esattamente come finisce, con gli azzurri a ‘martellare’ la tre quarti nemica, senza però mai rendersi realmente pericolosa. Ci provano a turno Immobile e Berardi, ma raramente la palla arriva in porta. Verratti sale in cattedra (e ci mancherebbe, vista la modestia degli avversari), ma per poco; Giorginho è non pervenuto; Insigne fa suoi i soliti ‘cross a giro’, che finiscono puntualmente sulle teste macedoni.
Eppure per un momento, quando dopo aver condotto per 2 a 0, il Portogallo rimedia un gol e poi un rigore contro, e con l’Italia all’arrembaggio, per qualche attimo ci illudiamo di brutto: che sia un destino quello del ‘miracolo’ per questa squadra? Niente da fare, la Turchia sbatte sulle manone di Rui Patricio, e l’Italia continua a ‘sciupare’ occasioni’. A già, e i macedoni? Si difendono, tengono botta, concedendosi ogni tanto qualche fugace contropiede. Insomma fanno quello che possono per far passare il tempo nel modo più indolore possibile. E alla fine ci riescono andando addirittura oltre: al 92′ Trajkovski ‘spara’ da circa 20 metri, beffando il fino allora ‘assopito’ Donnarumma. Poi arriva anche la notizia del 3-1 del Portogallo e ‘ciao core’!
Così, dopo aver fallito i Mondiali di Russia (2018), l’Italia saluta anche la World Cup del Qatar.
Ci spiace moltissimo per Roberto Mancini, persona perbene e grande esperto di calcio il quale, ha più volte ammonito i club, rei di non collaborare con la Nazionale, lesinando i propri giocatori a vantaggio del campionato o della coppa di turno. Che poi: quali calciatori? Se pensiamo che oggi riusciamo a definire un ‘fuoriclasse’ Insigne, che a Berlino avrebbe ‘forse’ fatto il raccattapalle, è tutto detto. Probabilmente, a conti fatti, bisogna ammettere che, sia la Nazionale italiana – con questi ‘calciatori’ – che questa dirigenza, non meritano gente seria come Mancini ma, soprattutto, la pazienza di un intero Paese….
Max