L’ITALIA SI E’ RIMESSA IN MOTO, ORA NON DILAPIDIAMO QUANTO FATTO. NON SIAMO PIU’ IL FANALINO DI CODA

    “Il mio governo è nato in circostanze molto difficili: la sconfitta nel referendum costituzionale, le dimissioni di Renzi, le divisioni nella maggioranza. Ma detto questo, non abbiamo tirato a campare, il mio governo ha fatto pochi annunci ma non ha preso poche decisioni. Al governo ho potuto contare su ministre e ministri di grande qualità, che hanno fatto un lavoro straordinario, a dimostrazione che in Italia c’è una sinistra di governo, da Letta a Renzi al governo che io ho presieduto. Renzi ha messo in campo un dinamismo e una capacità di riforme straordinario, lasciando in eredità anche pacchetti di decreti attuativi molto rilevanti. Ritengo importante aver raggiunto l’obiettivo fondamentale del governo: aver portato a conclusione ordinata la legislatura. Un’interruzione traumatica della legislatura sarebbe stata devastante. Nell’agenda della prossima legislatura non possono mancare ambizione e riforme’’. Nella conferenza stampa di fine anno, il premier Paolo Gentiloni ha ripercorso la sua ’avventura’ al governo, ricordando i traguardi raggiunti e ringraziando gli italiani per aver concorso – non senza impoegno e sacrificio – alla riuscita di tali obiettivi. “L’Italia si è rimessa in moto – ha aggiunto ancora il presidente del Consiglio – il merito è delle famiglie, delle imprese, dei lavoratori, di chi studia e di chi si prende cura delle persone. Io uso spesso il verbo accompagnare, dobbiamo dirci che l’Italia si è rimessa in moto e lo ha fatto innanzitutto per merito degli italiani. Ora occorre non dilapidare lo sforzo fatto, e questo è il primo impegno che la politica e i governi che verranno devono assumersi, perché sarebbe grave e irresponsabile non farlo”. Poi il Capo dell’esecutivo, non senza amarezza, ha sottolineato anche il lavoro svolto in tema di diritti, attrraverso misure come quelle sul reato di tortura, la legge sui minori non accompagnati, la legge sulla violenza nelle donne, le leggi su unioni civili, biotestamento ma, sottolineando suo malgrado le difficoltà incontrate: “Il capitolo dei diritti è purtroppo incompiuto, ma resta storico. Sono in Parlamento da 17 anni e da 17 anni ne sentivo parlare. Sono contento di aver fatto parte di un governo che, quando ero ministro degli Esteri, ha approvato le unioni civili, e poi il biotestamento”. Per quel che rigurda invece lo Ius Soli, ha aggiunto “pur avendoci lavorato, la verità semplice è che non siamo riusciti a mettere insieme i numeri per approvare la legge. Non averla approvata è un difetto dell’azione di governo, non sto dando la colpa a nessuno, ma non siamo riusciti”. Poi Gentiloni ha affrontato anche la vicenda delle banche osservasndo che, “siamo intervenuti per salvare il risparmio, l’economia di interi territori e per evitare conseguenze di sistema. Altro che regalare soldi ai mariuoli! E lo abbiamo fatto con una frazione di risorse rispetto a quelle impiegate da altri Paesi europei. Penso a quanto hanno speso la Germania, la Spagna o l’Olanda. ’Il sistema italiano ha risolto le proprie crisi rilevanti, sta riducendo i propri crediti deteriorati, passati da 86 miliardi a 66 miliardi. Venti miliardi in meno’’ e ’’noi vigileremo perché l’attività di risanamento prosegua con il ritmo necessario”. Chiamato a riferire sulla mozione di sfiducia del Pd nei confronti del governatore di Bankitalia e, soprattutto, sull’assenza dei tre ministri ’renziani’ al Cdm che ha finito per riconfermare Vincenzo Visco a Palazzo Koch , il premier ha tenuto a puntualizzare che, da parte sua “il Pd ha preso un’iniziativa parlamentare che io non ho condiviso e, come sapete, ho preso una decisione difforme. Per quanto riguarda la presenza dei ministri in Consiglio dei ministri le assenze sono frequenti. Potrebbe essere che quella avesse un significato politico. La politica è fatta di compromessi e di comprensione delle ragioni altrui, l’importante è che nelle decisioni fondamentali si abbia a cuore l’interesse del Paese”. Tornando a uno sguardo a più ampio respiro, immancabile il tema dei flussi migratori: “Siamo il Paese che contemporaneamente dimostra capacità di accoglienza (anche la notte di Natale) e l’orgoglio di saper infliggere colpi durissimi ai trafficanti. Questa è l’Italia – ha tenuto a sottolineare Gentiloni – La capacità dell’Italia di accogliere i migranti e colpire i trafficanti è apprezzata in Europa, con un apprezzamento, per la verità, più da spettatori, ma son meglio gli spettatori che apprezzano di quelli che fischiano”. Quindi il premier ha tenuto a ribadire che “Il fanalino di coda dell’Europa non siamo più noi. Se lo cercate, cercatelo altrove”. Infine, inevitabile, un intervento relativo alle imminenti elezioni: ’’Io naturalmente oltre a svolgere il mio ruolo fondamentale, che sarà di presidente del Consiglio, sia pure in contesto di campagna elettorale e Camere sciolte, darò il mio contributo alla campagna elettorale del mio partito, che è il Pd’’. Qualcuno gli domanda se, qualora le elezioni diano un esito incerto, accetterebbe di proseguire il suo impegno alla guida del governo: “L’ipotesi di un governo Gentiloni bis? Non intervengo sull’argomento… Qualsiasi cosa dica sarebbe usata contro di me. Il governo governerà, poi ci sono le elezioni, mi auguro un ottimo risultato per il Pd che consenta di fare un governo con le caratteristiche che io preferirei…. “. Ad ogni modo, ha precisato ancora il premier, “Il governo si affiderà alle indicazioni del Presidente della Repubblica. Sarà Mattarella a dettare tempi e modi dei prossimi passaggi istituzionali. I riflettori saranno puntati sulla campagna elettorale come è giusto che sia, ma assicuro che il governo non tirerà remi in barca. Nei limiti fissati dalla Costituzione, dalle leggi e dalla prassi il governo governerà”.
    M.