Listeriosi, 72 casi “ma non c’è allarme”

(Adnkronos) – Sono “72 i casi di listeriosi in Italia legati al focolaio sostenuto dal ceppo St 155”. Ma “non c’è allarme”, i sistemi di monitoraggio e controllo sembrano aver ben funzionato, “si è giunti in tempi rapidi a identificare la probabile fonte d’infezione, ovvero i wurstel ritirati dal commercio a settembre. I segnali che abbiamo suggeriscono che, aver eliminato la possibile fonte, dovrebbe aver controllato, speriamo, la diffusione”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Umberto Agrimi, direttore del dipartimento sicurezza, nutrizione e sanità pubblica veterinaria dell’Istituto superiore di sanità. “E’ ancora presto per dirlo, è importante continuare a monitorare l’andamento dei casi per verificare se le azioni intraprese, con il richiamo dal commercio dei potenziali prodotti contaminati, abbiano portato al risultato. Nelle prossime settimane dovremmo assistere alla progressiva estinzione del focolaio”.  

“Questa specifica epidemia sostenuta da St 155 – precisa Agrimi – ha destato attenzione nell’opinione pubblica, nei produttori e nelle attività di controllo. Ma dobbiamo anche ricordare che la listeriosi è un’infezione che già conosciamo. E’ una malattia importante nell’ambito della sicurezza alimentare e uno dei problemi più seri che si incontrano sia nella produzione sia nella gestione casalinga degli alimenti. Le segnalazioni che vediamo in questi giorni, però, che arrivino da gorgonzola o pan cake, sono ascrivibili a casi di contaminazione che, ogni anno, vengono registrati nelle ordinarie attività di controllo e sorveglianza. Se non ci fosse stata l’epidemia da St 155 probabilmente sarebbero passati un po’ inosservati da parte del pubblico e dei media”. 

“Questi casi – sottolinea Agrimi – sono solo la dimostrazione che la sorveglianza funziona. E lo stesso focolaio, speriamo sopito, dimostra una capacità di reazione del sistema di controllo”.  

Normalmente, infatti, ricorda, “ogni anno abbiamo dai 60 agli 80 casi di listeriosi. I 72 casi legati al ceppo St155 sono in più, rispetto all’ordinario, appartengono a un focolaio ben circoscritto”, ed “essendo la listeriosi una malattia che ha un percorso, in genere, piuttosto benigno, con sintomi gastroenterici di breve durata, il più delle volte non viene notificata. I rischi – sottolinea – sono per i pazienti fragili o per le donne in gravidanza che possono avere grossi problemi per il feto, dall’aborto a danni gravi”, conclude l’esperto, ricordando come anche questo fenomeno evidenzi l’importanza di un approccio ‘One Health’ alla sanità e come “il settore medico-veterinario dei controlli e quello della salute umana abbiano collaborato e collaborino efficacemente”.