Uniti come nel 2006, forti come in Germania. Così l’Italia tornerà a vincere, e magari ad abbracciarsi come ha fatto dopo il rigore di Grosso. Parola di Marcello lippi, l’artefice del mondiale vinto dagli azzurri 14 anni fa. Il ct ha ripercorso quei momenti storici, ha parlato di un’unità d’intenti e di ideali che oggi sono fondamentali per sconfiggere il virus.
“Segnavo tutto, allenamento dopo allenamento. Come lavoravo, come affrontavo i problemi. Oggi sto rileggendo i miei appunti e mi rendo conto di come le tattiche di 40 anni fa siano tornate attuali nel calcio di oggi”, racconta Marcello Lippi alla Gazzetta dello Sport.
Lippi rende nota la sua visione del calcio una volta che l’emergenza sarà finita: “redo che alla fine di tutto vedremo un calcio ridimensionato. Ritorno in campo? Aspetterei prima di arrivare a quota zero contagi, per poi giocare, non so se a porte chiuse oppure no. Ma serve che si arrivi a zero contagiati. E il campionato deve finire: non so quando, ma sono dell’idea che prima che inizi la nuova stagione deve essere portata a termine questa. Niente playoff, niente spareggi, scendendo in campo come era originariamente previsto”.
Poi un pensiero all’Europeo che si disputerà la prossima estate: “”L’Europeo? Mi dispiace che sia stato rimandato, ma faremo benissimo anche nel 2021. Mancini recupererà Zaniolo: potrebbe essere per lui quello che Totti è stato per me”, ha concluso Lippi.