Purtroppo era previsto, ed oggi nell’ambito delle sue rilevazioni mensili, l’Istat non ha potuto fare altro che confermarlo: registrata l’ennesima impennata dell’inflazione.
Nello specifico delle stime preliminari, è risultato che nel mese appena concluso (agosto), come sempre al lordo dei tabacchi, il Nic (l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività), su base mensile ha registrato un aumento dello 0,8% mentre, su quella annua, dell’8,4% su base annua.
Spiegando che parliamo di una situazione ‘straordinaria’ che, addirittura, ci riporta al dicembre del 1985, l’Istituto di Ricerca ha quindi preso in esame i rialzi che caratterizzano il cosiddetto ‘carrello della spesa‘ che, anche qui segnando un inquietante +9,7%, ci rimanda invece al giugno 1984. A trainare l’impennata dei prezzi sono ‘come sempre’ i prezzi dei Beni alimentari, e quelli per la ‘cura della casa e della persona’ che, complessivamente, sono balzati da +9,1% a +9,7%. Tuttavia hanno invece lievemente rallentato i prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,7% a +7,8%).
Senza contare poi il rialzo dei prezzi dei cosiddetti ‘beni energetici non regolamentati’ (contenuti però dal ‘freno a mano’ dei carburanti), in parte spinti anche dal mercato libero dell’energia elettrica e del gas. Beni che, insieme agli alimentari lavorati ed ai beni durevoli, finiscono per spingere l’inflazione al +8,4%). Dunque ecco perché poi si registra l’impennata dell’inflazione che, al netto degli energetici e degli alimentari freschi segna un +4,4% (basti pensare nel maggio 1996 toccò un +4,7%), al netto degli specifici beni energetici che, a loro volta, soltanto nell’aprile del ’96 toccarono il +4,9%.
Quindi nell’anno in corso, per l’indice generale l’inflazione acquisita è pari a +7% mentre, per la componente di fondo, è a +3,5%. Dal canto suo l’Ipca (l’indice armonizzato dei prezzi al consumo), nelle sue stime preliminari su base mensile aumenta dello 0,8%, e del 9,0% su quella annua (rispetto al +8,4% nel mese precedente).
L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve prevalentemente da una parte ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +42,9% di luglio a +44,9%) e in particolare degli Energetici non regolamentati (da +39,8% a +41,6%); i prezzi dei beni energetici regolamentati continuano a registrare una crescita molto elevata ma stabile a +47,9%), e dall’altra a quelli dei beni alimentaria lavorati (da +9,5% a +10,5%) e dei beni durevoli (da +3,3% a +3,9%). Registrano, invece, un rallentamento i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +8,9% a +8,4%).
Infine, per quel che riguarda l’inflazione di fondo, accelera da +4,1% a +4,4% al netto degli energetici e degli alimentari freschi, mentre registra invece un balzo da +4,7% a +4,9% rispetto al netto dei soli beni energetici. Ed ancora, su base annua, accelerano i prezzi dei beni (da +11,1% a +11,8%) ma, di contro, resta stabile la crescita di quelli dei servizi (da +3,6% a +3,7%); si amplia, infine, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -7,5 di luglio a -8,1 punti percentuali).
Max