“In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione contro il Covid, è ragionevole che nei cambi di colore e nelle conseguenti misure di contenimento pesi di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori”. Dunque, spiega il ministro della Salute in un momento di pausa della riunione organizzata dalla nuova presidenza slovena Ue, “peserà di più il tasso dei ricoveri“.
Certo è che, ricoveri a parte – al momento fortunatamente rari – nel frattempo l’indice Rt ha subito un rialzo attestandosi allo 0.91, quando una settimana fa era allo 0.66. Lo ha comunicato poco fa la cabina di regia per il monitoraggio Covid, dove si evidenzia per il forte aumento della variante Delta.
Come si legge nel report stilato dagli esperti, ”Il quadro generale della trasmissione dell’infezione da Sars-CoV-2 torna a peggiorare nel Paese con quasi tutte le Regioni e province autonome classificate a rischio epidemico moderato. Sono 19 le Regioni e le Province autonome classificate a rischio moderato e due (Trento e Valle D’Aosta) a rischio basso”.
Tuttavia, a ‘consolarci’ – e non poco – è apprendere che al momento “L’impatto della malattia Covid-19 sui servizi ospedalieri rimane minimo, con tassi di occupazione in area medica e terapia intensiva ancora in lieve diminuzione. La trasmissibilità sui soli casi sintomatici aumenta rispetto alla settimana precedente, sebbene sotto la soglia epidemica, espressione di un aumento della circolazione virale principalmente in soggetti giovani e più frequentemente asintomatici“.
Anche questa settimana tra l’altro “Nessuna Regione o provincia autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica – si legge ancora – Il tasso di occupazione in terapia intensiva è 2%, con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 187 (al 6 luglio) a 157 (al 13 luglio). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale rimane al 2%. Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 1.271 (6 luglio) a 1.128 (13 luglio)”.
Certo, i dati che preoccupano sono legati come dicevamo al forte aumento di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (2.408 contro 1.539 la settimana precedente) dunque, “La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti scende ulteriormente (31% contro 32,6% la scorsa settimana). Aumenta la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (46,2% contro 40,3%). Infine, il 22,8% è stato diagnosticato attraverso attività di screening”.
Max