(Adnkronos) –
Il futuro, per i giovani italiani tra i 18 e i 35 anni, è strettamente connesso alla salute fisica ed emotiva seguita, subito dopo, dalla sostenibilità ambientale. I problemi a livello globale che vorrebbero fossero risolti urgentemente sono, per il 48% dei giovani italiani, il cancro (52% media europea), le minacce ambientali (46% rispetto al 43% della media europea) e la parità di genere (il 28% contro il 26% media europea). Sono questi alcuni dei risultati emersi dalla survey promossa da Merck dal titolo ‘Sostenibile o niente. Il futuro che vogliono i Millennial e gli Zeta di Europa’, con il supporto tecnico di Gsd3.
All’indagine hanno partecipato 6.119 giovani tra i 18 e i 35 anni provenienti da 10 Paesi europei (Austria, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Polonia, Portogallo, Spagna, Regno Unito e Ungheria), di cui 616 italiani (oltre il 10%). Nella ricerca si sono considerate la Generazione Z (18-24 anni) e quella dei Millennial (25-35 anni). Realizzata in occasione dell’Anno europeo della Gioventù, proclamato dall’Unione europea, l’indagine si concentra sugli elementi che i giovani europei ritengono importanti per la costruzione di un futuro migliore che sognano più sostenibile, inclusivo e digital.
Oltre la metà dei nostri connazionali tra i 18 e i 35 anni considera l’impegno nei confronti della sostenibilità il secondo aspetto più importante della vita (vs il 33% dei giovani europei), dopo il benessere psico-fisico. A riprova di ciò quasi il 90% di loro sarebbe disposto a cambiare le proprie abitudini per ridurre l’impatto ambientale (l’82% in Europa). In particolare i Millennial sono più coinvolti dal tema della sostenibilità rispetto alla Generazione Z (43% vs 31%) che, invece, è più propensa a scegliere l’uguaglianza di genere, la diversità e l’inclusione come pilastri per un futuro migliore rispetto ai 25-35enni (43% vs 38%).
“La sostenibilità, l’uguaglianza di genere, l’inclusione, la diversità e l’innovazione, sono temi caldi sia a livello europeo, che globale, e sono pienamente coerenti con i valori e gli obiettivi della nostra azienda – spiega Marieta Jiménez, senior vice president di Merck in Europa – Per questo abbiamo chiesto ai giovani quali fossero le loro ambizioni, i loro desideri e cosa stia loro a cuore per il futuro dell’Europa, di cui sono già gli artefici”. I Millennial rappresentano, infatti, il 41% del capitale umano globale di Merck e la Generazione Z sta arrivando. “Le aziende hanno la responsabilità di coltivare questi talenti e solo se comprendiamo le loro priorità e le loro ambizioni – senza basarci su pregiudizi o luoghi comuni – saremo in grado di farlo”.
Secondo l’indagine Merck, il 64% dei giovani italiani (è il 52% nel totale degli intervistati) ritiene che il settore in cui si dovrebbe investire di più è quello della ricerca scientifica e tecnologica. Risposte in linea con il fatto che il 97% dei nostri connazionali ritiene che lo sviluppo scientifico e tecnologico e la ricerca medica siano essenziali per migliorare le condizioni di vita (rispetto al 92% della media europea), così come il 57%, in linea con la realtà europea, ritiene che l’intelligenza artificiale sia utile in particolar modo per lo sviluppo della robotica nella diagnosi delle malattie.
Particolarmente interessanti sono state le risposte dei giovani italiani sugli argomenti di cui discutono più frequentemente. Uguaglianza, diversità e inclusione di genere sono i temi più trattai tra i nostri connazionali (40% vs 33% degli europei) sia della Generazione Z (43%) che Millennial (38%). Il 34% degli italiani tra i 25-35 anni parla con i propri coetanei di tematiche riguardanti l’innovazione tecnologica, contro il 29% della Generazione Z. Percentuali importanti paragonate a una media europea del 27%.
La survey ‘Sostenibile o niente. Il futuro che vogliono i Millennial e gli Zeta di Europa’ rivela anche un approccio interessante nella ricerca di un’occupazione. Nella scelta di un lavoro, per i giovani italiani, la motivazione economica è indubbiamente importante – primo aspetto preso in considerazione – ma non come per la media degli europei (57% vs 67%). Per i nostri connazionali, il secondo elemento preso in considerazione quando viene scelta un’azienda in cui lavorare è l’impegno dell’azienda stessa nel promuovere la parità di genere, la diversità e l’inclusione (37% vs 30% media europea). Quest’ultimo aspetto è più importante per le donne (47%), rispetto agli uomini (27%). Per quanto riguarda, poi, il modello di leadership richiesto dai giovani, oltre la metà degli italiani vorrebbero avere un capo onesto, trasparente e coraggioso (54% vs 48% media europea) oltre che capace di creare una “cultura” del riconoscimento dei talenti (38% vs 26% media europea).
“I risultati di questa indagine sono davvero importanti ed incoraggianti – dichiara Jan Kirsten, presidente e amministratore delegato Healthcare di Merck Italia – siamo particolarmente felici di osservare come le giovani generazioni riconoscano molto chiaramente una grande rilevanza ai temi della sostenibilità ambientale, della Diversity & Inclusion e dell’innovazione, ritenendoli elementi cardine per la realizzazione di un mondo migliore. Si tratta di una sensibilità particolarmente affine ai valori di Merck, che ci guida nella costruzione di un futuro più felice e sostenibile, e, allo stesso tempo, ci sprona a proseguire il nostro impegno nel promuovere una cultura aziendale sempre più inclusiva, innovativa e rispettosa dell’ambiente in cui operiamo”.