POLITICA ITALIANA

“L’idea del governo è promuovere spazi di pace”

“La mia, la nostra, l’idea del Governo, da cui non recediamo, è quella di promuovere spazi di pace, rifiutando l’idea che quel territorio sia destinato a un conflitto permanente. Purtroppo, l’esperienza ci insegna che, quando una guerra si protrae senza soluzione, diventa poi difficile porvi fine. Un destino tragico cui né io, né voi, possiamo rassegnarci.”

E’ la sintesi con cui ha voluto esprimersi, al Senato, il ministro Crosetto nel corso di un lungo appuntamento per l’informativa dopo i noti fatti degli spari israeliani.

Aggiornamento ore 9.30

E ancora, ha detto il ministro: “Per dirla con le parole dello scrittore Italo Calvino ‘L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio'”.

“Le crisi internazionali si risolvono dialogando. Non accettiamo che l’unico modo di risolverle sia la forza o il modo militare, significherebbe negare l’utilità di qualunque organizzazione sovranazionale e multilaterale e questo non lo faremo mai”, ha detto il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, chiudendo la sua informativa in Senato.

Aggiornamento ore 12.49

“L’esperienza ci dimostra di quanto sia lungo il tempo con cui poi riusciamo a marginare le ferie. Siamo in Kosovo da 25 anni – ha spiegato – la situazione non è minimamente paragonabile con le ferite che ci sono in Medio Oriente. Eppure, da 25 anni siamo in Kosovo e ancora oggi vediamo che quelle ferite non sono rimarginate. Dobbiamo abituarci ad affrontare le crisi internazionali che stiamo vivendo con quest’ottica: che non è quella delle cadenze elettorali, ma quella con cui si muove il mondo. Le ferite si rimarginano in decenni, devono cambiare le generazioni perché cambino i popoli. Ma questo non deve essere un ostacolo, deve essere un motivo per partire subito. Dobbiamo accelerare la fine della guerra, perché amplia le ferite, allontana di più i popoli. Per questo, parlando del Libano, è necessario che l’Onu non molli. Una rinuncia sarebbe peggio, metterebbe fine alla possibilità del mondo, delle organizzazioni sovranazionali, di intervenire nelle crisi regionali. Per questo è altrettanto fondamentale difendere Unifil”.

Aggiornamento ore 15.31