«L’ispezione ora terminata non ha accertato violazioni del codice disciplinare, per cui questo Ufficio non avvierà procedimenti né adotterà provvedimenti disciplinari», hanno scritto in una nota gli ispettori incaricati di indagare sulla vicenda della preside del liceo Montale di Roma, accusata di aver avuto una relazione con uno studente maggiorenne.
Le prove a carico della dirigente scolastica sono però nulle, e ora la donna potrà continuare il suo lavoro senza interferenze. Dopo settimane di gogna mediatica è arrivata la sua riposta: “È la fine di un’angoscia mai provata. Sono stata processata senza appello da un tribunale mediatico senza morale né scrupoli».
Ma non è intenzionata a fermarsi qui e ha annunciato battaglia legale: «Con la stessa determinazione chiederò conto di accertare tutte le responsabilità civili e penali del mio caso». La vicenda, però, non sembra finita qui, perché davanti al liceo romano sono spuntate nuove scritte che puntano il dito contro il lavoro dell’Ufficio Regionale che ha seguito il caso.
“Verità”, “Usr ti sei fatto ingannare” e “Il titolo lo hai ancora ma la credibilità no”. Queste le scritte apparse sui muri del Montale, imbrattati da ignoti, probabilmente studenti, a seguito della chiusura del caso da parte dell’Usr. Nonostante la decisione della scuola c’è chi non si arrende e vuole andare più a fondo nella vicenda.