E’ recentemente uscito “Il cielo sopra l’inferno”, il nuovo libro della capace giornalista e corrispondente inglese Sarah Helm (’Sunday Times’, ’The Independent’), edito dalla Newton Compton, che racconta i fatti di Ravensbruck, cittadina vicino Berlino dove, nel 1939, i nazisti allestirono un campo di concentramento per sole donne che ricalcava il modello ideato da Heinrich Himmler, In appena sei anni di attività, nel campo della morte, oltre a quante si opponevano ai severi dettami del regime (dalle partigiane alle pensatrici), vennero internate dallintera Europa 130mila donne di diverse estrazioni sociali ed anagrafiche come le lesbiche, le zingare, le insane di mente, le prostitute; ma anche attrici e donne di alto lignaggio. Inimmaginabili le sevizie, le umiliazioni, e le violenze alle quali furono sottoposte queste povere creature dai sadici sgherri in divisa. Ciò che rese oltremodo ripugnante il campo di Ravensbruck – riporta con straordinaria lucidità la scrittrice inglese – linumano utilizzo delle prigioniere per truci ed inutili sperimentazioni mediche. I sadici in camice bianco si accanirono senza pietà inoculando loro virus batterici e sperimentando su quei corpi già segnati dagli stenti della prigionia, orribili pseudo interventi chirurgici, spesso senza anestesia. Numerose furono le esecuzioni, e questo concorse a minare i fragili equilibri psicologici di quante riuscirono poi ad uscirne vive. Molte furono imprigionate con i loro bambini, spesso vigliaccamente usati dai soldati di guardia quale arma di ricatto per consumare nel silenzio i loro istinti animaleschi. Così come accadde per gli altri campi di concentramento europei, in vista dellimminente arrivo degli alleati, i nazisti si affrettarono a far sparire le evidenti testimonianze dei vergognosi crimini di cui si rese protagonista anche quello di Ravensbruck. Malgrado la certosina ricerca che Sarah Helm ha prodotto consultando centinaia di faldoni, il numero di quante donne furono trucidate dai nazisti prossimi alla fuga, è tuttavia impreciso. Dai pochi documenti recuperati e dalle tracce biologiche poi rinvenute, si suppone che il numero si estenda dalle 30mila alle 90mila vittime, bimbi compresi. Un romanzo-documento, “Il cielo sopra l’inferno”, che tra rabbia, dolore e sconcerto, scardina loblio del dimenticatoio, rendendo, seppur tardivamente, giustizia alle migliaia di martiri della libertà, barbaramente trucidate in nome di un’ideologia assassina e visionaria. Labile penna della Helm, a settanta anni dai fatti, attraverso testimonianze inedite e documenti esclusivi, regala anima e cuore a un libro scioccante e coinvolgente che aggiunge un’ulteriore pagina ad uno dei periodi più tristi della storia dellumanità
Morgana Della Torre.