“Cerca di recuperare il terreno perduto, ma è difficile farlo se non si ha in mente un obiettivo strategico e quello dell’Italia adesso non riesco a intravederlo”. Così Arturo Varvelli, ricercatore dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale), ed esperto della Libia, commentando con l’agenzia di stampa Aki-Adnkronos International Arturo Varvelli, la visita del nostro ministro degli esteri, atterrato oggi a Tripoli. Come ha ben spiegato infatti l’esperto, questa sorta di “neutralità” che negli ultimi 12-18 mesi l’Italia ha adottato nei confronti della politica libica, secondo Varvelli non avrebbe certo “pagato molto”, semmai,, ha ribadito, ha concorso a farci “scomparire dai radar” ponendoci di fatto in una posizione “ininfluente”, alla stregua di spettatori rispetto ad una partita invece “giocata da altri”.
Ad ogni modo, appena sceso dall’aereo, Di Maio si è intrattenuto prima con il ‘collega’ Mohammed Taher Syala, e poi con Ahmed Maitig, vice presidente del Consiglio presidenziale libico, al quale ha ribadito che a suo giudizio la soluzione non deve e non può essere militare.
Nell’agenda del titolare della Farnesina sono poi evidenziati gli incontri con Fayez Serra, presidente del Consiglio presidenziale libico, e con il ministro degli Interni, Fatih Bashaga. Quindi Di Maio andrà a Bengasi, dove è previsto un incontro con il generale Khalifa Haftar. Infine, a corollare questa ‘missione lampo’, il passaggio a Tobruk, dove incontrerà Aghila Saleh, presidente della Camera dei rappresentanti .
Dal canto suo, dal fronte libico Serraj ha dichiarato di “apprezzare molto il sostegno politico e gli aiuti” dell’Italia. Ma più che di un complimento, in realtà quanto affermato dal presidente del Consiglio presidenziale libico è un modo diplomatico per ‘calmierare’ le tensioni seguite ai rapporti tra la Libia e la Turchia, maldigeriti dall’Italia che sul memorandum con Ankara ha affermato: “viola i diritti dei Paesi terzi”. Lo ha spiegato in modo molto più diretto l’ex consigliere dell’Alto consiglio di Stato, Ashraf Shah, che andando dritto al sodo ha affermato: “Le parole di Di Maio sull’illegittimità dell’intesa con Ankara non ci sono piaciute. Ma noi cerchiamo di mantenere buoni rapporti, anche se da Roma arrivano segnali confusi”.
Insomma una visita ‘altamente diplomatica’ quella di Di Maio che, lavorando sui tempi, mira ad evitare il coinvolgimento diretto di Russia e Turchia nel conflitto interno alla Libia, come hanno recentemente stabilito Conte, macron e al Merkel i quali, al termine di un incontro a tema hanno invitato “le parti libiche e internazionali (appunto Russia e Turchia), ad astenersi dall’intraprendere azioni militari e ad impegnarsi genuinamente per una cessazione complessiva e duratura delle ostilità e a riprendere con impegno un negoziato credibile sotto l’egida dell’Onu”. Presto infatti avrà luogo l’attesa conferenza di Berlino “che si dovrà tenere senza ulteriore ritardo”, il mese prossimo.
Max