“Oggi avrei dovuto essere in Libia, sotto il sole libico invece che sotto il cielo grigio di Bruxelles”: queste le parole dell’Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell al termine del mini-vertice sulla Libia con i ministri degli esteri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito. Dovevano incontrarsi a Tripoli con le autorità libiche, ma per motivi di sicurezza è stato deciso di rimanere a Bruxelles. L’incontro, tutt’altro che un successo, è stata un’occasione per produrre un comunicato in cui viene sottolineato il dovere da parte della comunità internazionale di rispettare l’embargo Onu sulle armi e la necessità di trovare una soluzione politica al conflitto, evitando interferenze esterne contrarie agli interessi del popolo libico.
Sul territorio la guerra continua. Negli ultimi giorni si è registrata un’escalation di violenza causata dagli sforzi dell’esercito nazionale libico, guidato da Haftar, di conquistare Sirte, città natale di Muammar Gheddafi.
Proprio Khalifa Haftar è giunto a Roma nelle ultime ore per incontrare a palazzo Chigi il premier Conte. In serata, sempre a palazzo Chigi, è atteso il presidente del governo nazionale Al Sarraj, che oggi si è incontrato con Borrell a Bruxelles. Una giornata intensa per la diplomazia europea che deve riconquistare un ruolo primario nello scenario libico. È fondamentale trovare una visione unitaria e rappresentare un interlocutore unico con la Libia per risolvere pacificamente una crisi alle nostre porte.
In questo quadro complesso è iniziato qualche ora fa ad Istanbul il colloquio tra Putin ed Erdogan. L’incontro, atteso da settimane, è previsto per l’inaugurazione del gasdotto TurkStream, ma ha al centro dell’agenda le questioni libica e iraniana. Obiettivo delle due potenze è quello di colmare il vuoto lasciato dall’incapacità decisionale Ue, approfittando della crisi per accrescere la propria influenza in una zona di grande interesse strategico. Anche il ministro Di Maio ieri è volato ad Istanbul per incontrare l’omonimo turco Mevlut Cavusoglu per trovare una soluzione comune alla crisi.
Mario Bonito