Mentre cresce il tragico bilancio delle vittime di una guerra che in Libia sta mettendo un intero popolo in ginocchio, il premier italiano, Giuseppe Conte, ha provato a inquadrare la situazione nel corso di un prezioso meeting internazionale parlando a chiare lettere della necessità, urgente, di arrivare a uno stop delle operazioni belliche ed al ritiro delle forza della Lna.
Libia, Conte: sì a cessate al fuoco: auspichiamo il ritiro delle forze dell’esercito di liberazione nazionale
Il dramma delle morti cresce nei numeri e nella gravità: secondo i dati forniti da l’Oms si parla di 147 decessi, secondo i numeri dell’Associazione Medici Stranieri in Italia invece sarebbero 160, mentre 800 i feriti. Inoltre ci sarebbero gravissime perdite umane tra bambini, spesso usati anche in battaglia, e anche tremende conseguenze anche per ciò che concerne le donne. Al bilancio delle violenze infatti si aggiunge quello delle donne su cui sono infatti stati perpetrati stupri e violenze: “Sono più di 35, 10 di loro sono morte per sanguinamento”, spiega presidente dell’Associazione Medici Stranieri in Italia Foad Aodi. Nello stesso momento in cui si acuisce la violenza, lincontro a cui ha preso parte il premier Conte focalizza lurgenza della pace come elemento fondante di una ripartenza per la Libia nella sua interezza. “Vogliamo un cessate il fuoco immediato e auspichiamo il ritiro delle forze dell’esercito di liberazione nazionale, Lna” ha affermato infatti il premier Giuseppe Conte alla fine del meeting con il vice primo ministro del Qatar, Al Thani, sulla crisi in Libia. “Anche loro – ha proseguito Conte – sono fortemente preoccupati e ho ribadito al vicepremier qatarino la nostra forte preoccupazione per la deriva militare, che non può essere la soluzione”. Quanto alla presa di posizione italiana, Conte è chiaro: “La nostra strategia è ben precisa, rispettosa delle popolazioni locali, affidata alla diplomazia”. In questo senso luso della forza” in Libia per Conte è deleterio: la soluzione politica, su cui abbiamo lavorato da quando ci siamo insediati come governo e che ha avuto tappa significativa nella conferenza di Palermo, resta l’unica plausibile’”.