Libia, Conte e Salvini: No a interventi militari

Il tema della crisi in Libia e di tutte le conseguenze dirette che ci saranno e sarebbero è naturalmente uno dei più caldi in queste ore e l’Italia non può certo esimersi prima di tutto dal prendere una posizione, e poi successivamente una decisione nel merito.
Palazzo Chigi dirama una nota “per smentire categoricamente la preparazione di un intervento da parte di corpi speciali italiani in Libia” ed informa di nutrire “preoccupazione e l’invito a cessare immediatamente le ostilità”. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che si rivolge a tutti dopo il Consiglio dei ministri sostiene: “Escludo interventi militari che non risolvono nulla. E questo dovrebbero capirlo anche altri”.
Per Salvini c’è una responsabilità politica dietro la crisi libica. “Chiedete alla Francia”, afferma da Palazzo Chigi. “Sono preoccupato, penso che dietro ci sia qualcuno. Qualcuno – ha chiarito – che ha fatto una guerra che non si doveva fare, che convoca elezioni senza sentire gli alleati e le fazioni locali, qualcuno che è andato a fare forzature, a esportare la democrazia, cose che non funzionano mai. Spero – ha concluso – che il cessate il fuoco arrivi subito”.
“L’Italia – continua Salvini – deve essere la protagonista della pacificazione in Libia. Le incursioni di altri che hanno altri interessi non devono prevalere sul bene comune che è la pace”. Salvini conferma “massimo sostegno alle autorità libiche riconosciute, il ringraziamento degli italiani alla guardia costiera libica che sta continuando a fare positivamente il suo lavoro” e, aggiunge, “speriamo di tornarci il prima possibile. Anch’io sono disposto a correre qualche rischio e tornarci il prima possibile perché è troppo importante una Libia finalmente pacificata”.
Ad accusare la Francia ci pensa anche Roberto Fico addirittura dal palco della festa dell’Unità: “La Francia ci ha lasciato questa situazione dopo essere andata unilateralmente in Libia e oggi siamo sull’orlo di una nuova guerra civile”. Concorde la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta: “Certo, è innegabile che oggi il Paese si trova in questa situazione perché qualcuno, nel 2011, antepose i suoi interessi a quelli dei libici e dell’Europa stessa. Ma ora bisogna remare tutti insieme per il bene e la pace del popolo libico”. Pd e Leu, intanto, chiedono che il governo riferisca in Parlamento.