LIBIA – SEQUESTRO DI CASE E BENI, DECAPITAZIONI, CROCIFISSIONI E FRUSTATE: EMERGENZA A SIRTE. L’HRW DENUNCIA L’IS PER CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ

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    Dopo aver commesso ogni tipo di violenza ed atrocità in Siria e in Iraq, ora i miliziani dell’Is hanno trasferito la loro base (sempre più vicinia noi) in quel di Sirte. E l’avvento dei jihadisti in Libia, come rivela il rapporto di Human Rights Watch (Hrw), ha seminato panico ed orrore. Sono decine le persone decapitate dai miliziani del sedicente Stato islamico e non solo per motivi religiosi: fumare una sigaretta, ascoltare musica, tanto è bastato per scatenare l’assurda ferocia, con crocifissioni e frustate come se piovesse. Come testimonia il dettagliato rapporto stilato dall’Hrw, le autorità del ‘califfato’  (oltre a medicine, derrate alimentari e carburante), hanno assegnato ai militanti case e tutti i beni sequestrati ai residenti che si sono dati alla fuga. Quanti tra i cittadini di Sirte non hanno avuto modo di lasciare le loro case, vivono in uno stato di terrore: basta un nulla per essere accusati per reati come l’essere oppositori, spie, blasfemi o, addirittura, di praticare la stregoneria, e scatta subito la condanna a morte mediante decapitazione o per fucilazione. Sono 49 le esecuzioni in città attestate da Hrw, ma sono numerosi anche i rapimenti o i casi di persone scomparse. E’ l’esperta di terrorismo Letta Tayler a spiegare la situazione in Libia: “Come se le decapitazioni e le fucilazioni dei presunti nemici non bastassero l’Isis non risparmia terribili sofferenze a Sirte anche nei confronti di quei musulmani che non si adeguano alle sue regole”. Dopo aver imposto la divisione tra ragazzi e ragazze, e vietato l’insegnamento della storia, l’università ha deciso di sospendere le lezioni. Le scuole funzionanti sono gestite direttamente dall’Is e gli insegnamenti si concentrano sulla religione e sul diritto islamico. Banche ed uffici chiusi, i jihadisti, dopo aver aperto tre carceri (uno dei quali in una scuola), gestiscono anche ogni forma di comunicazione col mondo esterno, attraverso i loro internet point. Per tali, evidenti motivi, lo Human Rights Watch denuncia che “La natura e la dimensione delle esecuzioni e degli altri atti dell’Isis in Libia possono indurre a parlare di crimini contro l’umanità”.

    M.