“Sei giornalisti italiani sono ancora sotto la protezione della polizia per via delleminacce di morteprovenienti soprattutto dalla mafia o da gruppi di fondamentalisti”. Illustrando i dati che compongono lannuale classifica intitolata alla libertà di informazione, Reporters sans Frontieres annuncia che l’Italia guadagna 25 posizioni, passando dal 77° al 52° posto. Un dato positivo che però, denunciano i reporter internazionali, non esclude purtroppo “il livello di violenza contro i giornalisti (incluse intimidazioni e minacce verbali e fisiche), che ritengono allarmante, soprattutto a causa di politici comeBeppe GrillodelMovimento 5 Stelle, che non esitano a diffondere l’identità digiornalisti sgraditi”. Del resto, come prevedibile (vedi il caso Report, tanto per fare un esempio), nel nostro Paese i giornalisti “si sentonosotto pressione da parte dei politicie sempre più optano per l’autocensura”. Questo anche in conseguenza a una nuova legge secondo cui, “diffamare politici, giudici o funzionari pubblici è punibile con sentenze che vanno da sei a nove anni di carcere. Molti giornalisti, specialmente nella capitale e nel Sud del Paese, dicono di essere ancora soggetti a pressioni da parte di gruppi mafiosi e bande criminali locali”.
M.