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“Libano: uno scenario ricco di rischi, un contesto di crisi con possibile effetto domino” avverte Frattini

Grandissimo esperto dello scenario internazionale, quello orientale in primis, grazie alle sue indubbie capacità diplomatiche (e la totale padronanza di diverse lingue), Franco Frattini (nella foto), è stato indubbiamente uno tra i più capaci ministri degli esteri che l’Italia abbia avuto. In virtù di questa sua spiccata capacità di ‘lettura’ geo-politica, l’agenzia di stampa AdnKronos lo ha avvicinato per un momento su quanto accaduto in Libano.

Il Libano rischia di finire fuori controllo perché il Paese è scosso da una crisi drammatica, accentuata dal Covid, che ha portato a un calo drammatico del reddito medio, e che ha portato a importanti manifestazioni di protesta”, spiega subito Frattini, che poi aggiunge: “Il tutto, pur avendo il Presidente Aoun stretti legami con un primo ministro appartenente all’ala sciita più vicina a Hezbollah, accentuato dalla storica fragilità di un Paese privo di risorse petrolifere e anello debole dell’area“.

Frattini: “Una tragedia, penso più ad un incidente”

“E’ una tragedia – sottolinea – che ancora non ha cause accertate: con tutto il rispetto per l’analisi statunitense che punta l’indice sull’azione terroristica, altre fonti indicano che questo materiale (il nitrato di ammonio, ndr.) viene usato dai terroristi perché, presente nei fertilizzanti, si reperisce facilmente e a buon mercato. Tuttavia, in un deposito così, è anche soggetto facilmente a un incidente“.

Frattini: “Tuteliamo i nostri militari presenti nell’area”

Tuttavia l’ex ministro degli esteri italiano tiene però a rimarcare che “si alzi il livello di guardia per i nostri militari presenti in zona” anche perché, avverte lucidamente, c’è sempre la possibilità che Israele possa prodursi in contromisure: “Si è visto nel 2006 che se percepisce una minaccia per la propria sicurezza non perde un attimo e interviene di conseguenza”.

Frattini: “Sconcertato dalla posizione dell’Europa”

Poi Frattini, conscio dell’autorevolezza che suscitano le sue parole, ne ha anche per l’Unione Europea: “Finora tutto quello che l’Ue è riuscita a dire è stato che potenzierà il dispositivo di Protezione civile... Ma scherziamo? Si poteva, quantomeno, attivare meccanismi concreti di assistenza nei corridoi umanitari con la Siria“.

Frattini: “Occhio all’effetto domino ed al nucleare…”

Infine, a dimostrazione della sua perfetta conoscenza del territorio in questione, l’ex capo della diplomazia italiana non può fare a meno di ammettere che “Lo scenario è ricco di rischi. L’emergenza libanese si inserisce in un contesto di crisi con possibile effetto domino. Non sarà sfuggito che gli Emirati Arabi nelle settimane scorse hanno annunciato la prima centrale nucleare. Ora, anche Israele e anche l’Iran dispongono del nucleare. Tutti parlando di usi pacifici, per carità. Ma il segnale è tale da destare la dovuta attenzione. Altro che Protezione civile…”.

Affermazioni precise e circostanziate, che lasciano intravedere ‘anche’ la possibilità di pericolose escalation…

Max