LETTERA CONTRO LE SUE AFFERMAZIONI SU IMMIGRAZIONE, ACCUSATO RENZI DI CENSURA DALLA MELONI

Giorgia Meloni accusa di censura il governo Renzi e protesta imbavagliata di fronte a Palazzo Chigi. Il motivo è una lettera ricevuta dall’Unar, ufficio nazionale anti-discriminazoni, per alcune sue affermazioni di ieri sull’immigrazione. “Egregio Presidente – scrive la leader di Fdi in una lettera al premier Matteo Renzi – ho appena ricevuto una nota formale da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) – che si conclude con queste parole: “si coglie l’occasione per chiedere di voler considerare per il futuro, l’opportunità di trasmettere alla collettività messaggi di diverso tenore”.  “Insomma – attacca – senza tanti giri di parole, un ufficio governativo mi redarguisce per le opinioni espresse e mi invita, con garbo, a dire agli italiani cose reputate (dal Governo!) più accettabili. “Io sono un parlamentare regolarmente eletto da alcuni cittadini italiani – sottolinea la Meloni – per sostenere le proprie opinioni politiche, ma prima ancora sono una cittadina italiana, e desidero affermare il mio punto di vista senza incorrere in censure governative. Se una nota del genere fosse stata emessa da un governo di centrodestra nei confronti di un deputato dell’opposizione, sarebbe venuto giù il mondo. Non pretendo che tutti siano d’accordo con il mio pensiero, ma rivendico il diritto di esprimere le mie opinioni in libertà e coscienza. Ciò deve valere per qualunque italiano o italiana”. “Per quanto riguarda i parlamentari, poi, proprio per evitare ogni equivoco in merito, la nostra Costituzione sancisce con l’art. 68 che I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”. Non mi risulta che questo articolo faccia parte di quelli modificati con le riforme istituzionali volute dal Governo, anche se, a pensarci bene, sottoporre le dichiarazioni dei parlamentari a un nulla osta governativo rientrerebbe pienamente nello spirito “innovativo” di questo esecutivo”. La Meloni chiede, in proposito un intervento della presidente della Camera e del presidente della Repubblica.