C’è la tentazione di elezioni anticipate dopo il risultato delle amministrative? “No. Ci sarebbe, perché è andata talmente bene che a me potrebbe venire voglia” dice il segretario del Pd Enrico Letta, ospite di ‘Che tempo che fa’. “Noi siamo il 12% del Parlamento, perché tra la sconfitta del ’18 e le scissioni successive siamo una forza piccola in Parlamento. In questo momento bisogna ancora uscire dalla pandemia, tenere la barra dritta. Io penso che l’Italia abbia dato il giusto esempio, ma penso che l’Italia debba perseguire su questa strada” afferma il leader dem.
Bisogna “continuare con un governo che sta facendo bene – ribadisce – che sta impostando una legge di bilancio importante e deve dare segnali significativi su grandi temi: salute, istruzione, beni di cui ci siamo resi conto doppiamente durante la pandemia”.
“Gli italiani guardano oggi a questo governo come al governo della ripartenza – sottolinea – E’ fondamentale che questa fase sia una fase in cui ci si concentri sulle cose concrete”.
Sul tema del lavoro Letta dice che il governo deve dare “un forte messaggio, noi vogliamo ridurre le tasse sul lavoro in modo tale che i lavoratori abbiano in busta paga più soldi”.
Per il segretario dem occorre anche “una riforma dell’apprendistato”. “Stiamo creando una generazione di precari – avverte – e non va per niente bene”.
Inoltre, “va riformato il reddito di cittadinanza: deve rimanere come lotta alla povertà. Ma per il lavoro ci devono essere altri strumenti”.
Riguardo alle pensioni, per il leader dem “è sbagliato il metodo della quota. Quota 100 è stato un errore, è ovvio che chi ne ha usufruito è contento” ma si tratta di “uno strumento diseguale, che discrimina le donne per come è organizzato il mercato del lavoro nel nostro Paese. La prima cosa da fare è la flessibilità a seconda dei lavoratori gravosi… E poi c’è la questione delle donne: ‘Opzione donna’ è un messaggio importante per dire che bisogna riconoscere qualche cosa rispetto a questa penalizzazione” nei confronti delle donne.
Quanto a Mps, “ho l’impressione che Unicredit pensasse di partecipare a una svendita e invece il Mef è stato assolutamente corretto nel modo col quale ha portato avanti questa vicenda: aveva preso degli impegni di valorizzazione, non soltanto del grande patrimonio di esperienza e del legame col territorio, e poi stiamo parlando del più antico marchio di banca nel mondo. Non si poteva arrivare a una svendita. Adesso ovviamente c’è bisogno di avere più tempo nel rapporto con l’Europa per avere altre opzioni sul tavolo, e che queste opzioni riescano ad applicare quei punti che il ministro Franco aveva messo in evidenza a fine luglio in Parlamento”.
“Lanceremo le agorà democratiche” per “dare la possibilità a ogni cittadino, anche chi non ha votato il Pd, di discutere e mettere in campo le sue idee” dice poi Letta. “E’ il tentativo di allargamento del campo, discuteremo dei temi e lo faremo con sei personaggi esterni: Carlo Cottarelli, Andrea Riccardi, Elly Schlein, Monica Frassoni, Gianrico Carofiglio, che farà da coordinatore, e Anna Maria Furlan”.