Tiene banco nel Pd la sfida oggi alla Camera per la presidenza del gruppo tra Debora Serracchiani e Marianna Madia. Tra loro “non c’è nessun putiferio, non sono d’accordo, due uomini avrebbero discusso animatamente allo stesso modo” dice il segretario del Pd, Enrico Letta, al Corriere.it. “Sono due donne e si tende a raccontarla più violenta, verbalmente, di quello che è. Al Senato si è trovato accordo su una persona, alla Camera c’è un confronto tra due deputate e non mi spavento e non volano gli stracci: discutono come avrebbero fatto due uomini” osserva, sottolineando che “sono due persone molto libere, tutt’altro che ascrivibili a questa o quella corrente. Questo non è un dibattito dominato dalle correnti è un passaggio complicato, il confronto è naturale, io avrei toni meno forti, ma che ci sia una competizione è naturale. Questa sera il gruppo deciderà e chi vincerà avrà poi il sostegno di tutti. Io ho deciso di non intervenire nella decisione perché i gruppi sono autonomi rispetto ai partiti. Il segretario non interviene”.
Letta dice di aver trovato nel Pd una situazione “incrostata di maschilismo da rompere con gesti forti”. “C’è bisogno di una cura choc – afferma – Negli ultimi tre congressi del Pd negli ultimi 10 anni ci sono stati sempre tre candidati alla segreteria tutti maschi”, questo dimostra come ci sia “un problema profondamente anchilosato e incrostato che ha bisogno di una cura choc”.
“Se toccasse a me essere segretario del Pd nel momento in cui si fanno le liste per le elezioni e se la legge sarà questa, mi faccio garante del fatto che non utilizzerò giochini” per aggirare la parità di genere, assicura. C’è il “mio impegno per garantire la parità”.
Intanto Madia ha scritto una nuova lettera ai colleghi. “Avrei voluto dire queste cose guardandoci tutti negli occhi, in una discussione nel nostro Gruppo che ritenevo importante. Mi è stato detto che il regolamento non lo prevede e quindi per raccontarvi il mio punto di vista e rappresentare quelle che considero le nostre priorità posso solo scrivervi. Non è Madia contro Serracchiani – mette in chiaro – E’ il Partito democratico e come stiamo insieme in questo tempo complicato”.
“Si parla di democrazia e della nostra funzione sociale. E’ un passaggio stretto. E anche doloroso sul piano umano. Ma la politica – prosegue l’ex ministra della Pa – deve essere anche questo: partecipazione emotiva, passione. Non un algoritmo di convenienze. Vivo un senso forte di gratitudine e responsabilità per le colleghe e i colleghi che mi hanno sostenuta sin qui e anche per chi ha posizioni diverse ma di cui riconosco il senso profondo di appartenenza alla nostra esperienza collettiva”.
“Lo dico a tutti, donne e uomini a cui sono legata da anni di lavoro comune, sapete che quel che dico in pubblico dico in privato. Con i dubbi e le fragilità di cui ognuno di noi ha diritto e persino dovere. Ma sempre e solo – assicura Madia – con l’obiettivo di provare a fare un passo in avanti collettivo e quando dico collettivo significa che per ogni scelta il tentativo deve essere la volontà di far andare avanti questo partito”.