“La programmazione della campagna vaccinale è la chiave per poter assicurare i vantaggi della vaccinazione antinfluenzale a tutta la popolazione, a partire dai più fragili e dagli anziani. Programmare la vaccinazione antinfluenzale vuol dire dare la possibilità alle Regioni, attraverso la circolare ministeriale, di organizzarsi il prima possibile per l’acquisto dei vaccini e consentire a ospedali, medici di medicina generale, centri vaccinali e farmacie di attivarsi per la distribuzione e l’esecuzione della vaccinazione. Tutto questo è fondamentale, perché sebbene i dati della copertura vaccinale 2020-2021 siano migliori rispetto alla stagione precedente, c’è ancora della strada da fare per riuscire a raggiungere almeno il target minimo nelle popolazioni a rischio (75%, l’ottimale sarebbe 95%). Negli over 65 la copertura è arrivata al 66,5%, dunque siamo ancora molto lontani dall’obiettivo”. Così Michele Conversano, direttore del Dipartimento di Prevenzione Asl di Taranto, intervenendo alla Media Master Class “Raccontare l’influenza al tempo della pandemia” che si è tenuta presso l’Università La Sapienza di Roma.
Obiettivo dell’evento: informare e formare i media sull’innovazione portata dai nuovi vaccini antinfluenzali, sull’impatto dell’influenza oggi nell’attuale contesto sociale e sui rischi correlati ad una sua non prevenzione, e sui bisogni specifici del nuovo setting post-pandemico.
L’influenza – è emerso dalle tre sessioni della Master Class – è una malattia sottostimata: il suo impatto sulla salute delle persone e sul sistema sanitario è molto più significativo di quanto monitorato e percepito e la scarsa conoscenza della sua gravità può portare esiti fatali. Ha infatti causato più vittime di quelle generate dalle pandemie dell’ultimo secolo (dal 1918 ai nostri giorni): 48,41 milioni contro oltre 24 milioni. L’impatto globale dell’influenza è di oltre 1 miliardo di casi all’anno, con conseguenze che portano a un numero di decessi che varia fra i 290mila e 650mila. Colpisce in maniera grave gli anziani, spesso con sintomi sfumati. Il 65% delle ospedalizzazioni legate all’influenza e l’85% dei decessi correlati alla contrazione di questo virus riguardano principalmente persone over 65.
Tra le complicazioni più conosciute dell’influenza ci sono quelle che colpiscono il sistema respiratorio, come bronchiti, polmoniti, infezioni dei seni paranasali e infezioni dell’orecchio. È anche ben noto che l’influenza può aggravare una serie di condizioni croniche sottostanti del sistema respiratorio, tra cui l’asma e la Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco).
La programmazione della campagna antinfluenzale, dunque, è fondamentale in considerazione dell’invecchiamento progressivo della popolazione, e della quota crescente di grandi anziani longevi. Secondo le previsioni demografiche dell’Istat nel 2030 ci saranno più di 16 milioni di over 65. E l’invecchiamento degli italiani – è stato ribadito durante l’evento – avrà come effetto finale un aumento della proporzione di soggetti affetti da patologie croniche e da comorbidità. Negli ultimi 20 anni la percentuale di italiani affetti da almeno una malattia cronica è passata dal 35,1 al 37,9%, mentre la percentuale di soggetti affetti da almeno due malattie croniche è aumentata dal 17,7 al 20%. In valori assoluti questo significa un incremento di circa 2,7 milioni di pazienti con almeno una malattia cronica, di cui circa 2 milioni con almeno due patologie croniche.
Per questi motivi, Conversano non ha dubbi: “È molto importante avere un’organizzazione efficace per arrivare più capillarmente a tutti i cittadini che, sotto il profilo sanitario, dovrebbero essere vaccinati contro il virus influenzale – sottolinea l’esperto -. Il contesto post pandemico, con le somministrazioni di vaccini anti-Covid agevola il processo di vaccinazioni delle fasce di popolazione più suscettibili all’influenza, soprattutto attraverso la possibilità di co-somministrare i due vaccini, quello anti-covid e quello antinfluenzale”. Oltretutto “lo scorso anno l’influenza non è circolata per i vari lockdown, perché c’era l’utilizzo delle mascherine e attenzione al distanziamento sociale. Ciò vuol dire che quest’anno è aumentata la platea dei suscettibili per l’influenza e quindi bisogna garantire più copertura agli over 60 e alla popolazione a rischio patologie, anche grazie alla possibilità che ci è stata data di somministrare il vaccino antinfluenzale insieme al vaccino Covid. Chi si sta sottoponendo alla terza dose, in particolare gli anziani e soggetti fragili, può fare contemporaneamente la vaccinazione antinfluenzale”, ricorda. “È una possibilità che ci è stata consentita perché sicura e perché ci aiuta ad aumentare le coperture vaccinali, booster e antinfluenzale” conclude.