POLITICA

L’endorsement di Bernie Sanders a Biden

Dopo essersi ritirato ufficialmente mercoledì scorso dalle primarie del Partito democratico, il senatore del Vermont, Bernie Sanders, ha deciso di appoggiare Joe Biden, incoraggiando il suo elettorato progressista a sostenerlo per battere il presidente repubblicano Donald Trump.

Apparso in un “evento virtuale” insieme a Biden, ormai unico candidato dem alla presidenza, Sanders ha chiesto “a tutti gli americani, tutti i democratici, tutti gli indipendenti e anche a qualche repubblicano di unirsi in questa campagna per sostenere Biden, che io appoggio”.

L’endorsement di Sanders può essere filtrato attraverso due chiavi di lettura, che potrebbero avere due effetti opposti: rafforzare Trump o Biden.

Ovviamente il primo punto, dare slancio alla rielezione del tycoon, rappresenta un’alterazione della volontà di Sanders, antitetica al suo scopo primario. Con le sue idee progressiste e “troppo di sinistra” per l’elettore americano, spesso definite per comodità “socialiste”, prima fra tutte l’assistenza sanitaria universale (non particolarmente socialista), spaventa non solo i repubblicani, ma anche i democratici “moderati”, ovvero quelli ben rappresentati da Biden. Una mossa, quella dell’endorsement, che aumenta non di poco il potere di Sanders nel concorrere alla stesura dell’agenda democratica, in forza anche dei numerosi delegati che porterà con sé alla convention estiva di Milwaukee del partito. È un’arma a doppio taglio che The Donald non esiterà a utilizzare.

Qualora l’appoggio di Sanders invece dovesse andare secondo i piani sperati, Biden potrebbe finalmente avere quel sostegno giovanile che gli è mancato nelle primarie. Con i suoi 77 anni e il suo aplomb istituzionale non era di certo il loro candidato preferito (anche se Sanders ne ha 78, ma questa è un’altra storia…). In particolare Sanders, memore della disfatta del 2016, ha voluto offrire in anticipo il suo aiuto a Biden per preparare e convincere in tempo i suoi sostenitori a votare per lui, evitando in questo modo la disgregazione democratica, figlia anche di un partito ideologicamente molto diverso al suo interno rispetto all’omogeneità repubblicana, che spianò la strada all’inaspettata, e per molti traumatica, vittoria di Trump. Biden, Sanders e tutto il partito questa volta metteranno da parte le antiche armi di battaglia con l’intento prioritario di “sfrattare” Trump dalla Casa Bianca. “Non è un segreto che tra me e Biden ci sono differenze – ha ricordato Sanders – ma dobbiamo fare di Trump un presidente di un mandato. Farò di tutto per far sì che ciò accada”.

Mario Bonito