I Negramaro avevano fatto più di un pensiero di abbandonare il palcoscenico musicale “Se Lele non fosse tornato dal buio avrei smesso di cantare – dichiara a Vanity Fair il leader Giuliano Sangiorgi – perché tutto è nato quando lui era solo un ragazzo e aveva negli occhi una luce, una fame e una voglia che non ho più rivisto in nessuno altro”. E invece Lele Spedicato, il chitarrista della band pugliese, è di nuovo tra loro e insieme ai Negramaro si è rimesso allopera. La tourneè dei Negramaro non è saltata, ma solo rinviata, e ricomincia il 14 febbraio da Rimini, per poi far tappa al Palaflorio di Bari dal 13 al 15 marzo (le prime due date sono già tutte esaurite). È “amore che torni” quello dei Negramaro per Spedicato, proprio come il titolo di un loro successo. E quellemorragia cerebrale che ha riguardato Lele il 17 settembre, inducendolo al coma, è stato un duro colpo al cuore, una deviazione inaspettata dalla quale la band è tornata più forte che mai. Giuliano Sangiorgi – che al suo Lele, in quei momenti complicati, ha dato in dono una chitarra – ne ha tirato fuori un brano: Cosa cè dallaltra parte è il singolo che omaggia Spedicato – “una preghiera laica e una bestemmia religiosissima”, esclama il cantante – che uscirà il 15 febbraio, seguita il giorno dopo dal videoclip. A trovare le energie necessaria per non mollare, in quel periodo difficile, ha giovato lostinazione a non annullare il tour. È stato il tastierista Andrea Mariano a perseverare – prosegue Sangiorgi nellintervista a Vanity Fair – “diceva che a Lele bisognava dare una botta di vita. Era certo che se avesse saputo della cancellazione si sarebbe accasciato su se stesso e la ripresa avrebbe avuto un decorso lunghissimo”. Invece Lele è uscito dal coma, è tornato a suonare il suo strumento e sopratutto ha potuto accogliere larrivo di Ianko, il suo primo figlio avuto dalla moglie Clio Evans.