“La notizia che ogni persona onesta e per bene attendeva è finalmente arrivata: la Corte di Cassazione ha confermato la natura mafiosa del Clan Casamonica, che opera a Roma prevalentemente nella zona sud-est dedicandosi in particolare al traffico di droga, all’estorsione e all’usura condita dall’aggravante del sodalizio armato”.
E’ quanto ha dichiarato oggi l’ex prima cittadina della Capitale, Virginia Raggi, che nel corso del suo mandato molto si è prodigata nella lotta contro la criminalità organizzata, insita nella periferia di Roma-Est.
Il clan Casamonica è mafia, la Raggi: “Una sentenza fondamentale per tutte quelle persone per bene che vivono la propria vita senza perdere la propria dignità”
“Una sentenza fondamentale per tutte quelle persone per bene che vivono la propria vita senza perdere la propria dignità e senza cedere a ricatti o a lusinghe di facili aiuti – ha quindi aggiunto la Raggi – Per supportare al meglio queste persone, però, lo Stato deve fare di più, soprattutto nei confronti dei più fragili, dei più poveri, di coloro che nei momenti di disperazione potrebbero con facilità cedere ai falsi aiuti di chi promette velocemente un supporto per poi richiedere interessi che, alla fine, si pagano con la vita”.
Il clan Casamonica è mafia, la Raggi: “E’ necessario costruire sicurezza economica e sociale e farlo senza indugio”
“Bene, dunque, la sentenza della Cassazione – continua l’ex sindaca – ma adesso occorre fare ricorso a quegli strumenti in grado di arginare quel senso di sconforto e di disperazione che, a volte, rappresenta l’anticamera degli usurai, dei ‘cravattari’ o, meglio, dei criminali mafiosi. E’ necessario costruire sicurezza economica e sociale e farlo senza indugio”.
Il clan Casamonica è mafia, la Raggi: “Le Istituzioni, indipendentemente dal colore politico, dovrebbero fare meglio e di più e remare dalla stessa parte”
La Raggi, costretta a vivere sotto scorta proprio a causa della sua ‘guerra’ contro i Casamonica (dai quali avrebbe ricevuto serie minacce), coglie poi l’occasione per togliersi dei sassolini dalle scarpe: “
“Ci avevamo provato con il reddito di cittadinanza, seppur con tutti i limiti operativi che potevano essere corretti.
Adesso ci stiamo riprovando ancora con il salario minimo.
Una cosa è certa: tutti coloro che siedono nelle Istituzioni, indipendentemente dal colore politico, dovrebbero fare meglio e di più e remare dalla stessa parte nel contrasto deciso alla povertà, alla fragilità e alla disperazione“.
Max