“Come in tutte le buone famiglie occorre avere un confronto interno, sono sempre convinta della forza che ha la Lega”. La ministra leghista per la Disabilità, Erika Stefani getta acqua sul fuoco delle polemiche sulle presunte contrapposizioni nel suo partito, tra governisti, autonomisti, e profilo nazionale e sovranista, voluto da Matteo Salvini. “Io sono convinta dell’unità del partito – dice intervistata dall’AdnKronos – da anni conosco la Lega, non ho nessun dubbio”. “Mio padre – ricorda la politica di Valdagno, cittadina in provincia di Vicenza – era nella Liga Veneta, poi nella Lega nord, c’è stato un grande percorso, ne abbiamo anche viste, e c’è sempre stata dialettica, ma nell’unità”.
Poi aggiunge come questa “unità vede al suo interno figure di grandissimo spessore, figure che hanno ognuno le proprie caratteristiche – dice – ognuno dà il suo apporto, e io sostengo che la bellezza della Lega è di tenere assieme tanti cavalli di razza, che possono portare avanti il nostro progetto”.
“Certo ora ci saranno i congressi della Lega, che sono relativi all’organizzazione interna del movimento, andiamo a rinnovare tutte le cariche, partendo dal livello comunale, un modo per riprendere a pieno ritmo la nostra attività”, spiega ancora non nascondendo la sua soddisfazione per la ripartenza del dibattito sul territorio nel partito. Quelli del covid sono stati “due anni devastanti” anche per la politica “perché il collegamento da remoto toglie la parte umana dell’incontro, che per me, che vivo il mondo delle sezioni da tanti anni, è un momento fondamentale”.
“Per noi – aggiunge – anche l’elezione del segretario della sezione comunale era l’occasione per stappare una bottiglia, una fetta di salame e fare quattro chiacchiere, sentendosi parte del gruppo”.
Per quanto riguarda il tema dell’autonomia, continua, “ricordo che è nella linea programmatica della stessa Lega a livello nazionale, è ovvio, che a livello veneto, è molto sentito, io parlo da veneta, e dico è tuttora richiesta e pretesa una risposta su un referendum che è stato plebiscitario, unendo un popolo, a prescindere dalle bandiere, dai colori e dalle appartenenze di partito”, spiega Stefani, che ha guidato il ministero per gli affari regionali e le autonomie, fino al 2019, nel primo governo Conte, dove M5S e Lega erano assieme nell’esecutivo.
“Il Veneto chiede sempre l’autonomia – ricorda – ad ogni riunione si parla di questo, tanto più quando sono presente io, che ho rappresentato il ministro degli Affari regionali, portando una grande speranza per l’attuazione dell’autonomia differenziata”.
“Il Veneto non dimentica, richiede e anche pretende – scandisce – . Un referendum, ha l’apparenza di un potere costituente, si diceva, e allora un referendum con questa grande forza non può non essere preso in considerazione, non può non avere una grande forza politica”.
(di Francesco Saita)