Da una parte la promessa dell’Assemblea programmatica “da tenersi entro l’anno”. Dall’altra la necessità di ribadire i temi prioritari per il partito, impegnato sull’emergenza lavoro, sulle tasse e sulle modifiche al reddito di cittadinanza, come da settimane ripete – come un mantra – lo stesso Matteo Salvini. Ma soprattutto l’annuncio dei progressi in vista del nuovo gruppo sovranista europeo, con Orban, polacchi e Marine Le Pen. Domani, alle 18 (Federale convocato a Roma) in pochi scommettono che ci sarà una resa dei contri tra il leader Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti.
Il primo prenderà la parola per ribadire che la linea la decide lui (“presenterò gli emendamenti sul reddito di cittadinanza”, ha anticipato già oggi a scanso di equivoci, fissando uno dei punti da dibattere via Zoom). Poi via via tutto il resto, parlando anche di Europa. Ad ascoltare le parole del leader saranno in tanti. Nel Consiglio federale siedono i vicesegretari Andrea Crippa e Lorenzo Fontana, entrambi vicinissimi a Salvini, e poi l’altro vice, il ministro per lo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Presenti anche i governatori, a partire da Attilio Fontana (Lombardia), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia-Giulia) e Luca Zaia (Veneto).
Al tavolo ‘virtuale’ chiamati anche i 22 responsabili regionali – tutti di stretta osservanza salviniana – e i due capi in Ue della Lega, Marco Campomenosi, capodelegazione a Bruxelles e Marco Zanni, presidente del gruppo Identità e democrazia. Nomi che non fanno parte del Consiglio, ma invitati per dare sponda dalla Ue, all’indomani del meeting sovranista di Salvini, che ha fatto il punto collegandosi con il premier ungherese Viktor Orban ed il premier polacco Mateusz Morawiecki, in vista del nuovo gruppo ‘identitario’ in Europa.
Un patto rinsaldato proprio a poche ore di distanza dalle accuse ricevute da Giorgetti, che gli imputa una svolta ‘incompiuta’ in Ue. Della bontà dell’accordo, Salvini riferirà a tutti domani al Federale, spiegando che i sovranisti, avranno una casa nuova, lasciando fuori l’ultradestra tedesca di Afd (ma portandosi dentro Marine Le Pen), assieme ai polacchi di Pis, che potrebbero lasciare Ecr, gruppo presieduto da Giorgia Meloni e il partito dell’amico di sempre in Europa, Viktor Orban. Sarà quasi l’annuncio della nuova formazione politica, con numeri in grado di cambiare gli assetti in Ue, che però difficilmente riuscirà ad esordire entro l’anno. Parole che Salvini pronuncerà guardando nel monitor la reazione di Giorgetti, che da tempo chiede invece un passaggio nel gruppo dei Popolari.
Ma nessuno scommette su uno scontro tra segretario e ministro. Almeno domani. “Ci sarà lo stesso copione cui assistiamo da tempo: Salvini e Giorgetti uniti nel dire che sono gli altri a metterci l’uno contro l’altro, ma la Lega è solo una e non ci sono divisioni”, assicura un dirigente di Via Bellerio. Per chi non si accontenta, per chi vorrebbe discutere di più, resta l’apertura del leader, la promessa dell’Assemblea programmatica, da tenersi entro l’anno, sempre a Roma.
Per molti sarà il momento clou, ancora dai contorni sfocati: “Una sorta di prova generale del prossimo congresso, che sarebbe anche il primo della Lega per Salvini premier”, spiega un altro big del Carroccio. Salvini ha fatto sapere che “saranno coinvolti tutti i rappresentanti del partito: sindaci, governatori, parlamentari, eurodeputati, membri del governo”. Occasione per capire chi sta con lui e chi no, assumendosene la responsabilità politica.