Arriva una proposta di legge della Lega. Morelli: più musica italiana nelle radio con quota del 33% per tutte le emittenti. Lobiettivo della proposta, che farà senza alcun dubbio discutere, è quella di produrre un accesso maggiore di pezzi di musica italiana nelle radio nazionali, in nome di una sorta di nazionalismo delle sette note che fa un po il filo agli slogan più tipici dei leghisti.
Secondo questa idea le radio nazionali dovranno trasmettere più musica italiana e farlo con tanto di quote precise: la proposta di legge è stata firmata e depositata a Montecitorio dal presidente della Commissione Trasporti della Camera Alessandro Morelli (Lega). Un tipo di dossier secondo il quale si prevede una quota standard per tutte le emittenti: il 33%. In pratica, ogni tre canzoni trasmesse in radio una dovrà essere di un autore italiano. E di questo 33%, spiega il parlamentare, “il 10% dovrà essere dedicato ai giovani autori e alle piccole case discografiche”.
Una sorta di incentivo alla valorizzazione della musica italiana ma anche, se lo si guarda da unaltra prospettiva, una specie di muro musicale verso quella globalizzazione che pochi altri fenomeni sociali come la musica italiana o meno portano effettivamente in dote.
Del resto dal punto dei vista dei newtwork radiofonici questa ipotesi potrebbe rappresentare una nuova problematica strutturale: come infatti riporta unanalisi del Sole24ore, al momento le canzoni italiane occupano allinterno dei palinsesti delle radio uno spazio che oscilla tra il 38% e massimo il 45%. Quindi, a rigor di logica, una soluzione come quella proposta potrebbe rappresentare una sorta di danno non solo concettuale, ma anche programmatico per le radio. Anche, come si immagina, in termini di vendibilità.
Morelli spera di raccogliere il maggior numero di firme tra i gruppi a sostegno della sua idea e dice appunto che il sostegno alla musica italiana deve essere il più trasversale possibile”.
“Solo una canzone italiana su tre è poco. Almeno sette su dieci ha commentato Al Bano: “Bisogna fare come in Francia dove le radio trasmettono il 75 per cento di musica nazionale e il 25 per cento di musica straniera. Occorre tutelare di più la nostra tradizione, come fanno gli altri Paesi”. Quanto al Festival di Sanremo firmato da Claudio Baglioni, il cantante pugliese dice: “Ha fatto bene, solo musica italiana, e la canzone di Mahmood è molto carina, anche se va tutelata maggiormente la matrice italiana che è quella melodica. Capisco che non si possono trascurare le nuove tendenze come il rap e il trap, ogni epoca ha la sua musica – afferma Al Bano – Oggi non ci sarà più un nuovo Beethoven o un nuovo Puccini perché sono figli della loro epoca, ma dare un po di attenzione in più alla vena melodica italiana non è un errore”.