Di Lega ce ne è “una sola, fatevene una ragione” e non ci sono due linee al suo interno: “Per niente. Al massimo sensibilità diverse. Amando le metafore calcistiche direi che in una squadra c’è chi è chiamato a fare gol e chi è chiamato a difendere. Io per esempio ho sempre amato Pirlo. Qualcuno deve segnare, qualcuno deve fare gli assist”. Lo dice, intervistato dalla ‘Stampa’, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.
Quanto a Draghi, “vorrei che rimanesse lì per tutta la vita. Il punto è che non può” perché “appena arriveranno delle scelte politicamente sensibili la coalizione si spaccherà. A gennaio – spiega – mancherà un anno alle elezioni e Draghi non può sopportare un anno di campagna elettorale permanente. Da gennaio la musica sarà diversa. I partiti smetteranno di coprirlo e si concentreranno sugli elettori”. Secondo Giorgetti, “l’interesse del Paese è che Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito le elezioni e che governi chi le vince”.