Linfamità nellinfamità. Alla già di per sé azione vigliacca dei quattro esaltati che hanno fatto un facile tiro a segno ai danni di una folla di giovani tranquilli e disarmati, anche levidente cinismo di bestie allevate a pane ed odio. Tra le testimonianze dei sopravvissuti al vile attacco del Bataclan, quella dellamericana Helen Wilson suscita rabbia e repulsione. La giovane ha infatti raccontato ai cronisti del Daily Telegraph come i terroristi si siano sulle prime accaniti contro un gruppo di disabili in sedia a rotelle. Helen, che nellattacco ha perso il suo compagno, Nick Alexander, un 36enne londinese, ha ripercorso quei terribili momenti: intorno alle 21.45 lingresso dei terroristi che si sono accaniti subito contro larea riservata ai disabili, scaricando micidiali raffiche di mitra. Ma i nostri connazionali coinvolti nei vari attentati, non era soltanto allinterno del Bataclan: “Vivere in prima persona un’esperienza del genere ti cambia la vita. Vedere la gente cadere e morire a pochi metri da te, essere vittima di una sparatoria, dover rimanere ore chiusa in un ristorante ’per sicurezza’, per poi non sapere dove andare, dove stare al sicuro e dove no. Sentirsi sola, e in pericolo. Vedere un mitra a pochi passi da te, ed aver avuto la prontezza di scappare”. Su Facebook, lallucinante cronaca della terribile esperienza di quei momenti, vissuti da una giovane studentessa del liceo Virgilio di Roma. La romana, in Francia nellambito di uno scambio culturale, si è trovata coinvolta nellincursione che ha causato la carneficina del ’Le Carillon’, meta preferita della movida parigina. “Dover vagare in cerca di una via di scampo per tornare a casa, con metro chiusa, taxi pieni, e persone sconvolte scrive la studentessa – Dover infine rifugiarsi e dormire in un albergo, per poi non sentirsi al sicuro neanche lì. Sentire pian piano i numeri crescere: 2 morti, 6 morti, 30 morti, 40 morti, 80 morti; 60 ostaggi. 8 attentati. Il tutto in una città che precedentemente era stata colpita. Ricorderò a vita quest’avvenimento in cui (purtroppo) sono stata coinvolta. Nessuno dovrebbe vivere con la paura”.
M.