Ore di confronti serrati, idee, proposte, con tutti i maggiori leader europei (ciascuno dei quali già abbastanza ‘angustiato’ per le sorti del proprio Paese), idealmente riunti ‘intorno ad un tavolo’, nell’ambito dell’appena concluso Consiglio Europeo straordinario, ed alla fine, a fatica, è stato approvato il sesto (sesto) pacchetto di sanzioni contro la Russia.
Come ha riferito poco fa anche il nostro premier, entusiasta, si è trattato di un grandissimo lavoro diplomatico, che ha dovuto tenere conto delle esigenze e delle possibilità di tutti, cercando quindi, per quanto possibile (come nel caso di Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia), di non lasciare indietro nessuno.
Eppure, malgrado il grande sforzo profuso, quando il presidente ucraino Zelensky è venuto a conoscenza di questo sesto pacchetto nei dettagli, si sarebbe ‘incazzato’ di brutto.
E lo ha denunciato pubblicamente poco fa, lamentandosene con la stampa internazionale, accorsa ad ascoltare le dichiarazioni congiunte seguite all’incontro che il leader di Kiev ha avuto nel pomeriggio con la presidente della Slovacchia, Zuzana Caputova.
A detta di Zelensky infatti, “Quando passano oltre 50 giorni tra il quinto e il sesto pacchetto di sanzioni la situazione non è accettabile per noi“.
No vabbè….
Max