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“Le mascherine Ffp2 le comprino le famiglie. Il decreto non prevede che siano le scuole a fornirle”, l’uscita choc dei presidi italiani

Il refrain più comune (e a volte anche ingrato) è che appartenendo a una delle categorie più agevolate nell’ambito della galassia dei ‘viziatissimi’ statali, nell’ambito della naturale vocazione nel ‘pretendere’ o, in ogni caso, comunque abituati a non dover risolvere i problemi, spesso insegnati e presidi sembrano vivere su un altro pianeta. Ma non è esattamente così: stavolta infatti i presidi rischiano grosso andando a ‘sfrugugliare’ senza il minimo pudore le già provate famiglie italiane, i cui figli – come se non bastasse – pagheranno duramente in futuro l’esser stati parte di una generazione condannata a delle grosse lacune proprio ‘grazie’ all’approssimazione dell’attuale sistema scolastico. Ma hanno ragione da vendere.    

Scuola, i presidi: “Alle mascherine Ffp2 devono provvedere le famiglie. Non è previsto che debbano essere fornite dalle scuole”

Alle mascherine Ffp2 devono provvedere le famiglie. Non è previsto dal decreto che debbano essere fornite dalle scuole“. Un’uscita – ‘sulla carta’ – a dir poco infelice quella pronunciata da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi il quale, rispetto alla polemica sollevata dagli studenti che denunciano l’impossibilità di poter cambiare la mascherina ogni giorno, ‘sale subito in cattedra’, pronto, a difesa della categoria. Oltretutto, clamorosamente snobbati dal governo, nei giorni scorsi, consci dell’approssimazione che regna all’interno delle scuole del Paese, i presidi italiani hanno più volte invocato un rinvio di almeno 15 giorni per il rientro nelle classi. 

Scuola, la ‘provocazione’ dei presidi per sollevare l’attenzione rispetto alle grandi mancanze dello Stato nei confronti della scuola…

Tuttavia, intendiamoci, non è certo responsabilità dei presidi dover assicurare ad alunni e studenti i dispositivi di sicurezza ma, ovviamente dello Stato, che però come sempre non è mai chiaro. Dunque è chiaramente una ‘provocazione’ l’affermazione di Giannelli, in parte lanciata proprio per denunciare – e creare – il caso. Provocazione che volentieri accettiamo di amplificare. Anche perché, come vedremo, in realtà di quanto ‘raccomandato’ alle scuole, poco è stato fatto… semplicemente perché le scuole non hanno le risorse economiche per farlo! Ma andiamo per ordine.  

Scuola, i presidi: “L’obbligo è di cambiarle ogni giorno, diversamente, il ministero ne dovrà prendere atto”

Poi, evidentemente resosi conto della ‘sparata’, Giannelli aggiusta il tiro, puntando laddove per tale problema si deve: “Il non-cambio può essere motivo di preoccupazione. L’obbligo è di cambiarle ogni giorno. Se il non-cambio sarà un fenomeno diffuso, il ministero ne dovrà prendere atto”.

Scuola, i presidi: “La responsabilità del riscaldamento è degli enti locali, così come l’installazione degli aeratori”

Anzi, tiene anche a rimarcare il presidente dei presidi, denunciando le lacune che affliggono gran parte degli istituti scolastici del Paese: ”La responsabilità del riscaldamento delle scuole è degli enti locali. Il problema c’è e se ne dovrebbe prendere atto disponendo di impianti più moderni ed efficienti. Ma le finestre andrebbero tenute aperte periodicamente, non sempre come spesso avviene”. E già perché – già due anni or sono – si individuò come alternativa alle finestre aperte d’inverno (causa di bronchiti fra gli scolari più piccoli), l’installazione di aeratori e dei sanificatori. Ma figuriamoci se con la maggior parte degli istituti scolastici ancora ‘non antisismici’, tali accortezze potevano essere seguite. Infatti, evidenzia Giannelli, “Impossibile per noi fare impianti di aerazione nelle scuole. Li devono costruire gli enti locali. Altra cosa sono i sanificatori che, a differenza dei sistemi di aerazione, sarebbero acquistabili con i 350 mln del fondo del decreto-legge 73/2021 e costano tra i 500 e i 1000 euro l’uno. Ma di fatto sono un’opzione non praticabile“.

Scuola, i presidi: “La media di risorse a disposizione per scuola provenienti da quel fondo è di circa 43mila euro”

E qui torna quella odiosa commistione di burocrazia e noncuranza – evidentemente di ‘matrice statale’, che fa tanto Italia, quando Giannelli (stavolta giustamente) denuncia che “La media di risorse a disposizione per scuola provenienti da quel fondo è di circa 43mila euro. Per acquistare i sanificatori in una scuola con 50 classi, la spesa oscillerebbe dai 25mila ai 50 mila euro. Ma i fondi sono destinati anche ad altro ed inoltre producono un sovraccarico elettrico che non è detto che la fornitura della scuola possa reggere. Infine, vanno ripuliti ed hanno filtri che hanno costi elevati. La sanificazione fai da te alla buona non è praticabile in linea di principio”.

Scuola, sia che lo Stato latiti, o che faccia danni, tanto poi alla fine a pagare sono sempre i genitori

Insomma siamo sempre lì, le casse sono vuote, lo Stato latita e, scherzando e ridendo, il rischio è che andrà a finire proprio come paventato dai presidi: dovranno essere i genitori a dove acquistare per i propri figli ,e mascherine per andare a scuola. Nel frattempo però, gli insegnanti meno intelligenti continueranno a ‘marcar visita’ a loro piacimento, limitando così una situazione importante ad ambiti ‘popolari’ (“tanto i loro posti non lo tocca nessuno!”). Infine, tanto per ‘fare bar‘, alzando il tiro, per non parlare poi dei miliardi buttati via per i banchi a rotelle, così come per le indegne truffe legate alle mascherine destinate ad enti pubblici: ad oggi non è mai seguito il tintinnio delle manette…

Max

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Max Tamanti