Home POLITICA ‘Le liste nere le ha fatte Lerner non Salvini’

‘Le liste nere le ha fatte Lerner non Salvini’

Ufficializzato il ritorno a giorni di Gard Lerner in televisione con ‘L’Approdo’, ‘sollecitato’ provocatoriamente in merito (cosa ci si aspettava potesse dire?) il vicepremier ha commentato su Fb: “Torna Gad Lerner in Rai, 5 belle trasmissioni di Lerner giornalista super partes e che non ce l’ha con la Lega. Se la Rai del cambiamento passa da Lerner, Fazio, Saviano… ci manca solo Santoro e abbiamo chiuso il cerchio. E poi dicono che io controllo la Rai. Chiedo all’amministratore delegato della Rai se si passa da Gad Lerner per il cambiamento, me lo ricordo 30 anni fa ad attaccare la Lega in tv… Con tutti i giovani conduttori! Lerner? Amico amministratore delegato, allora tanto vale rimettere lì Orfeo, richiamare Renzi, Gentiloni – ha affermato Salvini – A maggior ragione spero vada avanti in Vigilanza la proposta della Lega per mettere un tetto ai mega stipendi Rai”. Quindi, concludendo il suo intervento social, il ministro ha anticipato che “mi limiterò a chiedere quanto costa, quanto prende e con quanta gente arriva a lavorare e qual è il giro di business di questa collaborazione”. Poi, attraverso Twitter, era stato Sensi del Pd ha gettare benzina sul fuoco: “Vedo che il primo, immediato effetto del dopo voto è l’aggiornamento delle liste di proscrizione di Salvini in Rai. Dopo Fazio e Saviano ora tocca a Gad Lerner. Il bullo della diretta”.
Una diatriba, l’ennesima, sulla quale è stato quindi chiamato in causa il pensiero di Rossi, consigliere Rai: “Ma no! E’ una opinione, condivisibile o meno, ma una opinione. Voglio ricordare che ad oggi l’unico che ha prodotto liste nere è proprio Gad Lerner che, nelle settimane scorse, ha individuato intellettuali e giornalisti di destra, rei di non essere allineati al pensiero unico di cui lui è custode e sacerdote, e quindi da mettere al bando. Il pluralismo non si calcola per sottrazione ma per somma. Non si realizza togliendo le voci ma aumentandole. Per questo non mi scandalizza il format di Lerner su Rai3, in linea con il pubblico della rete, tanto è che i palinsesti estivi, che contengono anche il suo programma, sono stati approvati dall’intero Cda con la sola astensione di Borioni e Laganà. Io non apprezzo intellettualmente Gad Lerner, lo ritengo un intellettuale divisivo nel paese, portatore di una cultura di odio e intolleranza, figlio di Lotta Continua e di quei movimenti fallimentari che hanno prodotto estremismo ideologico e violenza nella storia di questo Paese. Nello stesso tempo, però, apprezzo il direttore di Rai3 Stefano Coletta che ritengo uomo di prodotto come pochi in Rai. Per questo, nel rispetto dell’autonomia editoriale che va salvaguardata all’interno del servizio pubblico, mi rimetto alla sua scelta di dare la conduzione di un format a Gad Lerner”
Così Giampolo Rossi, consigliere Rai, chiamato a commentare quanto sta accadendo in seguito al’annuncio del debutto di Lerner su Raitre con ‘L’Approdo’, e su quanto esternato da Salvin in proposito.
“Mi stupisce il fatto che sulle altre reti, mi riferisco in particolare a Rai1 definita sovranista, non ci siano nuovi talk di approfondimento politico con voci dissonanti rispetto al mainstream come, per esempio, quelle di Maria Giovanna Maglie o Laura Tecce o di altri giornalisti e intellettuali di destra che potrebbero condurre nuovi programmi – fa notare poi Rossi – L’unico che ha prodotto un talk originale in questo senso è Freccero con ‘Povera Patria’ che sta ottenendo, tra l’altro, ottimi risultati su Rai2. Il pluralismo si attua così, aumentando le voci e non diminuendole. E in realtà – tiene quindi a commentare il consigliere – il nuovo piano industriale voluto dall’ad Salini va proprio nella direzione di un maggiore pluralismo all’interno della Rai, poiché mette al centro il prodotto, calibrandolo misurandolo con le diverse sensibilità culturali del Paese e con i nuovi bisogni di fruizione. La Rai è un’Azienda complessa, cambiarla richiede tempo, competenza e visione. Noi ci stiamo provando”.
M.