Le elezioni, i renziani e la nuova stagione politica: cambiano gli equilibri nel Pd romano
Cambiano gli equilibri politici all’ombra del Campidoglio. Ad essere rimasto travolto, dall’ascesa di Matteo Renzi prima, dalla netta vittoria alle ultime europee per ultimo, il Partito democratico romano alle prese da mesi con un riassestamento che non ha mancato di far sentire i suoi effetti anche dentro a Palazzo Senatorio. A tracciare una mappa dei nuovi equilibri del partito di maggioranza in Campidoglio è l’agenzia Dire che parla della formazione di un ’triumvirato romano’ destinato a costruire un rapporto privilegiato con l’amministrazione guidata da Ignazio Marino. Ormai da qualche mese, ma le elezioni europee sono state un grande acceleratore, non si contano più le voci che chiedono l’avvio di una nuova stagione politica. IL TRIUMVIRATO Secondo quanto riporta l’agenzia Dire il triumvirato sarebbe composto da Enrico Gasbarra, appena eletto a Bruxelles ed ex presidente della Provincia, il deputato ed ex capogruppo in aula Giulio Cesare, Umberto Marroni, e poi i rappresentanti della corrente dei renziani capitolini, guidati da Lorenza Bonaccorsi. Potrebbero essere loro i nuovi interlocutori che daranno stabilità al difficile rapporto tra il sindaco Marino e la sua maggioranza. L’obiettivo esplicitato più volte in questi giorni post-elettorali: il rilancio della città. MARRONI Con un articolo pubblicato sull’Europeo da titolo esplicito ’Quel forte scollamento tra Marino e Roma’, Umberto Marroni spiega in maniera approfondita la sua visione della situazione romana: Lo scollamento tra il sindaco e la città è forte, lo abbiamo percepito in questa campagna elettorale parlando con i cittadini, con i dipendenti, con i lavoratori delle aziende, ed il Pd, ancor di più oggi dopo un tale risultato, non può continuare a far finta di nulla scrive. Il partito locale in questi mesi non è stato in grado di far valere il sentire della città sulle scelte del sindaco. Le elezioni hanno modificato definitivamente il quadro, politico ma anche di consenso. Le elezioni ci hanno consegnato un risultato chiaro, di fiducia nella proposta di cambiamento del Pd e di Renzi, anche a Roma dove è emersa con nettezza la necessità di superare definitivamente una vecchia stagione politica ormai fatta solo di logiche di potere o rancori e che appare lontana anni luce rispetto a quello che sta avvenendo a palazzo Chigi. Da qui l’auspicio a passare dalle parole ai fatti: Se il sindaco Marino non è in grado di imprimere unaccelerazione al governo della città, si deve far aiutare dal Pd, dalle forze sociali, economiche e civiche di Roma. MORASSUT Critico invece Roberto Morassut, deputato del Pd ed ex assessore all’Urbanistica con Walter Veltroni sindaco: Le ragioni della vittoria hanno solo un nome ed un cognome, Matteo Renzi dichiara. Sono anni che insisto sull’assenza di una politica concreta del partito a Roma. Il dibattito di questi giorni è risibile e i suoi protagonisti si devono rendere conto del livello ridicolo a cui sono arrivati, ma anche che così ci rendono tutti ridicoli. Morassut attacca il Pd romano: Il Pd, non certo per meriti del partito romano, da sei anni non ha uno straccio di idea per la città. Ha vinto solo grazie a Renzi”. PRESTIPINO – Contraria a questa lettura Patrizia Prestipino membro della Direzione nazionale del Partito Democratico ed ex presidente dell’ex XII municipio: “Tra le varie analisi post voto, leggo oggi agenzie deliranti in cui si parla di nuovi “triumvirati” (gasbarriani marroniani e renziani) che sarebbero usciti dalle urne e che, in forza della legittimazione popolare, si appresterebbero a governare Roma come Cesare Pompeo e Crasso, diventando gli unici interlocutori del Sindaco Marino” scrive. “Quello che mi stupisce in tutta questa storia non è tanto la demenzialità dell’analisi politica ma che ancora non sia chiaro come il voto del 25 maggio a Matteo Renzi, anche e soprattutto a Roma, abbia spazzato via in sole 24 ore spifferi e correnti di ogni genere, aprendo la strada ad energie fresche e nuove”. IL GRUPPO – Insieme al triumvirato, per l’agenzia, un nutrito gruppo di consiglieri comunali, a partire dal presidente dell’Assemblea capitolina Mirko Coratti, da sempre vicino all’anima popolare rappresentata da Gasbarra, e da Fabrizio Panecaldo, coordinatore della maggioranza ed oggi renziano. E poi Pierpaolo Pedetti, Ilaria Piccolo, Orlando Corsetti e Maurizio Policastro. L’esito delle elezioni europee ha fotografato in maniera plastica la nuova istantanea del potere romano. Rimane in disparte il governatore Nicola Zingaretti che, tranquillo nel suo ruolo istituzionale, non si è ancora sbilanciato in merito a quanto sta accadendo all’interno del suo partito. IL NUOVO ASSE E LA VECCHIA POLITICA Ad uscire ridimensionato da questo processo è Goffredo Bettini, l’uomo che per venti anni ha rappresentato l’anima profonda dei democratici capitolini visibilmente innervosito dal risultato elettorale alla festa per le europee organizzata in piazza Farnese. L’inventore del Festival del cinema, ideatore delle candidature di Francesco Rutelli prima e di Veltroni e Marino poi questa volta nella Capitale non è riuscito a sfondare. Lo dicono i numeri delle preferenze ottenute alle europee: Bettini, che comunque è diventato europarlamentare, si è fermato a 28.579 voti. Il suo principale antagonista, Enrico Gasbarra, ne ha raccolti 54.936, più o meno il doppio. Ed ancora meglio di lui hanno fatto, con 78.257 preferenze, la renziana Simona Bonafè, fino ad oggi estranea alle dinamiche romane ma da oggi con un peso nel partito, e David Sassoli con 62.161, da sempre un outsider rispetto alla geografia democratica ma sempre più vicino al nuovo asse renziano-popolar-marroniano. Ed ancora: Silvia Costa con 30.489. RIMPASTO In questo quadro un assestamento tra il partito romano e l’inquilino del Campidoglio appare inevitabile. Scrive Dire: La nuova alleanza dem porterà sicuramente onde di assestamento. L’obiettivo di tutti è arrivare in tempi brevi ad una ’pax romana’ con il sindaco Marino. Se questo avverrà con un rimpasto, o semplicemente riuscendo ad sensibilizzare le scelte del primo cittadino attraverso una concertazione più pressante con il partito e i Municipi, non è ancora dato sapere.