Sembrano logiche daltri tempi, ma siamo nella stretta attualità. Le espulsioni e i provvedimenti restrittivi che in queste ore sono in corso nei confronti della Russia rischiano di acuire le distanze non solo concettuali tra Stati Uniti e Europa da una parte, e Russia dallaltra.
La ritorsione diplomatica collettiva alla Russia concordata dal Consiglio Europeo e condivisa da altri alleati occidentali in seguito al caso Skripal “è una risposta alla minaccia” che Mosca pone “alla sicurezza di tutti noi, non solo un segno di solidarietà” verso la Gran Bretagna: dice la premier Theresa May alla Camera dei Comuni, presentando come un successo diplomatico le espulsioni decise da “18 Paesi, fra cui 15 dellUe” e tornando a denunciare “gli atti di aggressione” attribuiti “al regime di Putin”.
Anche il governo canadese ha annunciato che si accinge ad espellere 4 diplomatici russi in solidarietà con Londra. Gli espulsi – è laccusa – hanno sfruttato il loro status diplomatico per minare la sicurezza del Canada e interferire nella democrazia del Paese.
LAlbania espelle due diplomatici russi. La decisione, annunciata nel pomeriggio dal ministero albanese degli Esteri, è stata resa nota allambasciatore della Russia a Tirana, Aleksander Karpushin, “al quale è stato comunicato che i due diplomatici sono state considerate persona non grata, a causa della loro attività in violazione al loro status diplomatico”, spiega il comunicato delle autorità albanesi.
E arriva la reazione di Mosca che dice che risponderà allespulsione dei suoi diplomatici decisa dagli Stati Uniti e dai paesi europei. Lo afferma il ministero degli Esteri citato da Interfax. Londra, prosegue il ministero, sul caso Skripal ha assunto una posizione “ipocrita e zeppa di pregiudizi”.