Ne parliamo spesso, anche oggi: ogni minima occasione di incontro o colloquio a livello internazionale, per le autorità di Kiev non significa un’occasione diplomatica per aspirare ad un tavolo negoziale ma, al contrario, viene vista come un’opportunità per poter continuare ad armare una guerra che, ormai si è capito, l’Ucraina per prima non è affatto intenzionata a chiudere.
Così oggi, attraverso Twitter, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba (nella foto), è nuovamente tornato a ‘battere cassa’: “L’Ucraina è grata ai partner per il loro aiuto militare, ma dovremmo rimanere onesti l’uno con l’altro: nessuno avrà fatto abbastanza finché gli stivali russi rimarranno sul suolo ucraino“.
Detto ciò, visto che oggi non l’ha fatto Zelensky, Kuleba è tornato ad invocare l’arrivo di nuovi aiuti bellici perché, ha rimarcato, “Armare il nostro paese per la vittoria è la via più breve per ripristinare la pace e la sicurezza in Europa e altrove”, ha scritto su Twitter. Affermazioni quelle del ministro, che coincidono con l’ennesima mobilitazione dell’Occidente, prossimo a spedire verso l’ennesimo ‘pacchetto di aiuti’. Basti pensare che, soltanto gli Sati Uniti, proprio pochi giorni fa hanno annunciato l’invio di altri 3 miliardi di dollari. Ma non solo, Antony Blinken, segretario di Stato americano, ha confermato l’invio di forniture per 2,85 miliardi di dollari, che comprendono “carri armati Bradley, sistemi di artiglieria, mezzi per il trasporto di soldati, miissili terra-aria” da utilizzare nei sistemi difensivi, “munizioni e altri elementi per aiutare l’Ucraina a difendere valorosamente il proprio popolo, la propria sovranità e la propria integrità territoriale“.
E siccome, spiegavamo, accanto alle continue pressanti richieste ucraine, seguono quelle statunitensi, anche la Germania ha tenuto ad annunciare che invierà veicoli corazzati per il trasporto di personale, mentre la Francia provvederà a fornire Kiev di “carri armati leggeri“. Infine anche il Regno Unito è propenso a partecipare alla ‘colletta bellica’, inviando molto probabilmente carri armati da combattimento. La pace? ‘Poi’ se ne parlerà…
Max