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Lazio, Sarri: “Non possiamo ancora definirci squadra”

Non c’è logica in questa Lazio. È malata da tempo e non c’è ancora medicina. Lo denuncia Sarri, spettatore attonito della partita più pazza dell’anno. Con l’Udinese è 4-4, ma quello che sorprende è il modo in cui è arrivato il risultato. La Lazio nel primo tempo è andata sotto di tre gol, sembrava ormai persa.

Si è svegliata nella ripresa e ha rimontato il punteggio. La beffa è arrivata al minuto 98, sugli sviluppi di un calcio di punizione provocato da un ingenuo intervento di Zaccagni, che a Sarri ha fatto storcere la bocca: “Abbiamo preso il pareggio dopo una partita durissima, su una punizione assegnata dopo che Zaccagni era stato platealmente trattenuto per un braccio. Non capisco perché non sia stato fischiato un calcio di punizione per noi”.

L’allenatore biancoceleste, intervenuto dopo la gara, ha analizzato il pareggio: “Abbiamo fatto un po’ di confusione, forse perché eravamo intimoriti dal disastro che abbiamo fatto a Napoli, o perché avevamo troppa voglia di mettere subito a posto la partita. Ci sono aspetti positivi e altri negativi: sono soddisfatto della reazione perché la squadra nel secondo tempo ha mostrato voglia. Ero arrabbiato perché non avevo visto l’ordine che avevo chiesto, ma ho anche detto che avremmo potuto rimetterla a posto e che c’era il margine per rimontare. I ragazzi erano convinti”.

Spiega poi: “Ci sono partite dove siamo completamente vuoti e scarichi, vero che giocare il giovedì sera non aiuta, però a volte siamo riusciti ad attivarci mentalmente, altre invece ci spegniamo. Abbiamo dei momenti in cui giochiamo da squadra, altri in cui sbagliamo troppo, soprattutto in fase difensiva, e stiamo pagando tutto. Non possiamo ancora definirci una ‘squadra’ nel vero senso della parola, dobbiamo ancora trovare delle certezze“, conclude Sarri.