Un milione di prenotazioni fino a maggio: i residenti del Lazio sono in fila per il vaccino, ma mancano le dosi. Il rischio è quindi che il piano vaccinale rallenti fino a fermarsi. Entro la fine di marzo la regione era in attesa di oltre 100.000 dosi di AstraZeneca, ma ad oggi, l’azienda anglo-svedese, ha annunciato l’invio di sole 15.000 dosi.
Un taglio che avrà inevitabili ripercussioni sul piano vaccinale laziale, il primo in Italia per ritmi di somministrazione. Al momento il Lazio ha una media di 27.000 inoculazioni al giorno, lontane dall’obiettivo dichiarato di 50.000. E il numero è destinato ad abbassarsi ancora, se AstraZeneca non consegnerà le dosi mancanti.
Rischia di slittare anche l’avvio della somministrazione del vaccino Johnson e Johnson nelle mille farmacie aderenti. La data d’inizio è stata fissata al 20 aprile, ma al momento le dosi consegnate, fa sapere l’assessore alla sanità laziale Alessio D’Amato, basterebbero per appena due giorni. Sembrano quindi destinati ad aspettare ancora mezzo milione di cittadini laziali tra i 55 e i 60 anni, a cui è destinato inizialmente il vaccino belga. Da stanotte, intanto, aprono le prenotazioni per la nuova fascia d’età 64-65 anni, i nati quindi nel 1956 e 1957.
Mentre il piano vaccinale rallenta non scendono i numeri del Covid nel Lazio. Ieri, su un totale di 11mila test, si registrano 1.419 casi positivi, per un rapporto tra positivi e tamponi al 12%. In calo i ricoveri ordinari, ma salgono quelli in terapia intensiva. La pressione sui pronto soccorso della Capitale non si è fermata nemmeno nei giorni di Pasqua e Pasquetta: molti gli ospedali presi d’assalto, con ambulanze costrette in fila e pazienti in attesa di un posto letto.