Ribaltare l’1-2 di Oporto, questo l’obiettivo della Lazio che domani sera affronterà il Porto di Coincecao nel ritorno dei playoff di Europa League. Partita senza dubbio tosta, anche per via delle assenze che affliggono la Lazio – Zaccagni su tutti – ma soprattutto per il peso specifico dell’avversario, primo in Portogallo.
Sarri, intervenuto in conferenza stampa, è consapevole della difficoltà della gara, ma ci crede: “So che il Porto è forte, non giochiamo contro il sistema calcistico portoghese. In casa sta facendo dei risultati straordinari, la gara d’andata ci ha detto che la partita è difficilissima, ma non impossibile”. Non penserà al Napoli al momento di schierare la formazione: “No, questa è una partita importante, andiamo dritti per la nostra strada. Non mi piace fare calcoli, anche perché poi saltano sempre per aria per colpa di ammonizioni, infortuni e altre cose. Pensiamo a questa e stop”.
Su Acerbi: “È un giocatore fermo da 45 giorni, è guarito dal punto di vista medico, chiaramente non è al massimo dell’efficienza prestazionale. Stiamo facendo un programma specifico, speriamo di portarlo presto in condizione. Al momento non può iniziare la partita, vediamo se domani va in panchina. Immobile? Ciro non ha fatto un lungo stop, sono stati 6-7 giorni. Vediamo come sta oggi e domani mattina, poi decidiamo”.
L’allenatore della Lazio analizza quella che potrebbe essere la gara: “Queste sono partite in cui occorre avere grande lucidità mentale, la prima attenzione va sulla fase difensiva, se andiamo all’assalto senza essere lucidi compromettiamo la gara. Serve grande attenzione, poi abbiamo la qualità per risolverla in ogni momento. Non dobbiamo diventare nervosi se non riusciamo a sbloccare il risultato”.
Su Pedro è ottimista: “Sembra meno grave di quello che avevamo pensato al momento dello stop, poi non so i tempi di recupero precisi. Se facesse cure cortisoniche starebbe fuori 15 giorni per colpa del ‘doping’. Nel calcio di oggi le regole vietano più di curarsi che non di doparsi. Non lo ritengo giusto. Negli sport non ho mai visto uno dopato col cortisone”.