E’ vero, specialmente nel Lazio, a seguito del ‘pubblico di massa’ che ha seguito l’impresa degli Azzurri ad Euro 2020, è stata registrata una fortissima recrudescenza di contagi e due focolai (Monteverde ed Ostia a Roma), e sicuramente, trascorso l’intervallo d’incubazione dalla finale, altri ne arriveranno. Tuttavia, al momento, questo non ha fortunatamente implicato ‘emergenza’ ospedaliere di alcun tipo. Del resto, i parametri principali che concorrono a determinare il ‘colore’ di una regione, sono legati sia al numero dei ricoveri, che alle presenza nelle terapie intensive. E come tiene a precisare oggi ’Unità di Crisi Covid della Regione Lazio’ (‘terrorizzata’ dal passaggio in zona gialla), ad oggi nella regione “non è prevista alcuna apertura di nuovi posti letto Covid. Non ce n’è alcuna esigenza, poiché lo scenario in cui ci troviamo finora è quello più basso”.
Nello specifico, rimarca l’Unità di crisi regionale, ”Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica attualmente è di appena il 2%, 38 punti in meno la soglia di allerta, così come il tasso di occupazione in terapia intensiva pari al 3%, è 10 volte più basso della soglia di allerta. Pertanto, in queste condizioni, non vi è alcuna esigenza di aprire posti letto Covid. La priorità rimane la vaccinazione”.
Insomma, una situazione pienamente sotto controllo, a proposito della quale, il direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, stigmatizza ‘bacchettando’ che “In questa fase non dobbiamo spaventare gli italiani sbattendo in prima pagina aumenti a volte improbabili di ricoveri, che non esistono, o di contagi. In questa fase si contagia per lo più la popolazione più giovane che ancora non è stata vaccinata: i ragazzi, giustamente, si rivedono, vogliono andare in vacanza, abbiamo ripreso una mobilità. Noi dobbiamo prendere coscienza di questo: abbiamo bisogno di vaccinare i più giovani e anche gli over 60 che ancora mancano. Dobbiamo spingere in questa direzione“.
Secondo Vaia “La stragrande maggioranza degli italiani ha capito che il vaccino è uno strumento efficace contro la pandemia perché serve a prevenire la malattia grave, l’ospedalizzazione e la mortalità, come dicono tutti i numeri in nostro possesso. Inoltre, previene anche il contagio. Ma il vaccino non è una pozione miracolosa, ha una sua quota di rischio che conosciamo e sappiamo. Però più popolazione vacciniamo, tanto più riduciamo il rischio della circolazione del virus e, come successo con altre pandemie, finirà anche questa perché avremo raggiungo un’immunità di popolazione”.
Max