Dal giallo al rosso, senza passare per l’arancione. Così il Lazio, con un indice Rt di 1,3, si trova da oggi, lunedì 15 marzo, e fino al prossimo 6 aprile, a fare i conti con le restrizioni più stringenti. Ieri sono stati 16mila i tamponi effettuati, 986 in meno rispetto a sabato; 22mila, invece gli antigenici, per un totale di 38mila test nel Lazio. Che, nelle ultime 24 ore, ha registrato 1.812 casi positivi, 186 in meno rispetto al giorno precedente. Per un tasso di positività dell’11%, che scende al 4% se si considerano anche i test antigenici.
Continua la pressione sugli ospedali della regione, che ieri hanno superato la cosiddetta “soglia critica” di posti letto occupati da casi Covid, arrivati al 30%. Mentre calano i nuovi casi e i decessi, aumentano i ricoveri e sono stabili le terapie intensive: nelle ultime 24 ore 15 in più, per un totale di 279.
Il Lazio intanto prosegue la campagna vaccinale: ieri è stata superata quota 685 mila somministrazioni totali, che rappresentano oltre il 10% della popolazione della Regione. Che viaggia a una media di 20mila vaccini anti Covid al giorno. Da ieri notte sono partite le prenotazioni per la fascia d’età 72-73 anni, i nati quindi nel 1948-1949. L’assessore regionale alla sanità, Alessio D’Amato, spera in un’accelerazione della distribuzione dei vaccini: la regione, dice, è pronta a farne 60mila al giorno.
Intanto proprio D’Amato in un’intervista rilasciata sabato a La Repubblica, ha affermato che l’Rt del Lazio, che ha portato alla zona rossa, guarda indietro di 14 giorni. Gli indicatori che guardano avanti – ha detto – sono buoni a Roma e nel resto delle Province laziali.