Dalle parole ai fatti, nel giro di due mesi. Era luglio quando la Lazio e l’Università Uninettuno annunciavano la nascita del progetto Calcio-Educazione-Cultura, un’iniziativa che avrebbe consentito ai giovani calciatori e alle giovani calciatrici del settore giovanile biancoceleste di creare il proprio futuro a prescindere dalla loro riuscita in ambito calcistico.
Due mesi dopo l’annuncio il progetto è già diventato realtà: le lezioni, che si svolgeranno inizialmente a Formello, prenderanno il via il 15 ottobre e saranno di varia natura, a partire dalla psicologia fino ad arrivare alla comunicazione nello sport, come spiegato da Anna Nastri, la prima aprendere la parola nella conferenza stampa organizzata nella pancia dello stadio Olimpico: “Si parte dall’Under 15 fino all’Under 17. Le materie sono tante, si inizia da psicologia fino ad arrivare alla preparazione atletica. Si affronteranno anche materie pratiche come l’arbitraggio e la comunicazione nello sport”.
L’iniziativa “Scuola di Formazione Post Carriera S.S. Lazio Settore Giovanile e Squadra Femminile” permetterà ai giovani e aspiranti calciatori di intraprendere un piano di studi organizzato dall’università telematica Uninettuno che possa consentire loro di pensare ad un futuro lontano dal campo da calcio senza perdere di vista l’obiettivo sportivo tracciato dal responsabile del settore giovanile della Lazio Mauro Bianchessi: “Il nostro obiettivo è formare giocatori da Serie A. Ma siamo consapevoli che non tutti i ragazzi possono arrivare a questo traguardo, per questo abbiamo il dovere di formare brave persone – ha commentato Bianchessi – La nostra strategia di scouting è quella di prendere giovanissimi ragazzi e portarli avanti con il modello integrato. Nell’arco di una stagione sportiva, una squadra sportiva va in campo dalle 520 alle 550 ore. In questo senso toglieremo un po’ di tempo al campo per formare questi ragazzi anche fuori dal campo. Per chi non dovesse riuscire ad arrivare a grandissimi livelli, potrà rimanere nel mondo del calcio in altre vesti”.
A prendere la parola in conferenza stampa è stato poi il rettore dell’università telematica Uninettuno Maria Amata Garito: “Sono felice perché poche settimane dopo il nostro annuncio è arrivata anche l’ufficialità. Sia io che Lotito siamo convinti che non dobbiamo fare perdere a chi ha dedicato la propria vita al calcio la possibilità di costruire il proprio futuro. La nostra università non ha più limiti di spazio, di luogo e tempo. Oggi è più semplice per un giocatore fate entrambe le attività”.
La chiosa finale è stata affidata al presidente della Lazio Claudio Lotito: “Ho sempre detto ai miei collaboratori che al di là del fisico dobbiamo allenare la mente. Perché una persona che ha la capacità di acquisire nozioni in modo convincente può riuscire a riflettersi positivamente in campo. Nella vita non contano solo i risultati materiali, per questo dobbiamo allenare anche lo spirito. Abbiamo una grande responsabilità: essere degli esempi. Dico sempre ai miei atleti di essere campioni nella vita, non solo in campo. Il calcio femminile? Eravamo in Norvegia con Tavecchio, ad un certo punto ci chiesero notizie sul calcio femminile in Italia. Rimanemmo un po’ interdetti, e appena tornati dalla Norvegia pensammo a delle riforme. Ritengo che le donne siano fondamentali perché aggiungono atteggiamenti positivi”.
Ancora: “La Lazio attraverso il calcio e la comunicazione cerca di aiutare i più deboli. Un giocatore o un atleta che è impegnato ad una preparazione fisica spesso non ha il tempo di prepararsi a livello culturale. La nostra iniziativa in collaborazione con l’università Uninettuno può abbattere però la barriera del tempo. Spero che la Lazio possa aprire un percorso per tutto il mondo dello sport: perché fino a poco fa la cultura e lo sport sembravano destinati a due piani distinti. Perché la Lazio non è così considerata in ambito mediatico? È normale che altre squadre siano più apprezzate. Perché si è perso il rispetto dei valori”, ha concluso Lotito.