(Adnkronos) – Alla fine, tranne sorprese dell’ultima ora, sarà quello di Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana il nome del candidato del centrodestra per la sfida alla Regione Lazio, dove si voterà domenica 12 e lunedì 13 febbraio. Rocca, su cui il Giorgia Meloni ha chiesto al centrodestra di convergere come candidato ‘civico’, è stato preferito agli altri due candidati politici, proposti da Fdi, nella terna inviata agli alleati, alla Lega e a Forza Italia, dove figuravano anche Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e l’eurodeputato di Fdi Nicola Procaccini. Sul nome ‘civico’ sia il partito di Silvio Berlusconi, che quello di Matteo Salvini hanno fatto sapere di essere in sintonia con la leader di Fdi, non senza qualche mormorio da parte di Forza Italia che avrebbe preferito una candidatura politica.
Chiudendo la festa per il decennale di Fdi, sabato sera in piazza del Popolo Meloni aveva ricordato come “l’indicazione del candidato presidente nelle regionali del Lazio spetta a Fdi”. Per poi aggiungere: “Ma io tengo molto che ci sia un nome condiviso con gli alleati. E quindi farò una rosa di tre nomi agli alleati ed entro lunedì annunceremo il nome del candidato”. Nome, quello di Rocca, che però fonti autorevoli del centrodestra danno per certo già oggi. Nome su cui il confronto fino all’ultimo è rimasto aperto tra le formazioni di centrodestra, come mostrano, ad esempio, le parole del coordinatore azzurro di Roma, Maurizio Gasparri, che dopo aver parlato “di nomi tutti rispettabili”, con riferimento alla terna, ha spiegato di essere “convinto che i politici che i politici siano i più adatti a svolgere le funzioni tipiche della politica”.
A pesare anche la vicenda Michetti, altro nome ‘tecnico’ che il centrodestra aveva lanciato per il Comune di Roma, ricevendo una bocciatura dall’elettorato capitolino, che al secondo turno gli preferì il dem Gualtieri. Ora tocca a Rocca, che avrà contro Alessio D’Amato già candidato del Pd e Terzo polo, e un candidato del Movimento Cinque Stelle, supportato anche da formazioni della sinistra, che non è ancora emerso. Ma nel voto di febbraio non è previsto il ballottaggio: viene infatti proclamato presidente della Regione il candidato che ottiene il maggior numero di voti, senza la necessità di raggiungimento della maggioranza assoluta.