“Il lockdown è stato un elemento di accelerazione della trasformazione digitale nelle risorse umane iniziato ben prima del lockdown, perchè molti elementi che sono stati accelerati dalla pandemia, erano già ben presenti nelle aziende pronte a cogliere i cambiamenti del mondo circostante”. Lo afferma Livio Livi, direttore Hr Relazioni Esterne e Bms, Kuwait Petroleum Italia, azienda leader nell’industria energy, intervendo alla conferenza stampa on line sugli insight emersi dalle recenti ricerche di Yonder e Peakon per Work Day sugli strumenti per riallineare e preparare i talenti per il futuro del lavoro.
Tra questi elementi già presenti c’era sicuramente “la trasformazione tecnologica accanto alla quale c’era già un modo di vivere con gli altri, un’etica, in trasformazione”, spiega Livi. “E’ necessario capire -aggiunge- che noi non solo siamo in trasformazione come comunità di lavoro, ma stiamo cambiando come persone e questo è stato l’approccio da parte di Kuwait”. “Abbiamo anche rivisto il modello di business -spiega Livi- perché cambiano i consumatori e abbiamo dovuto capire quali competenze fondamentali fossero necessarie in azienda per poter affrontare un modello di business diverso, molto più fondato sulla digitalizzazione”.
Tra le competenze individuate, dice Livi, “c’è la computational thinking, cioè la capacità di identificare all’interno di un gran numero di informazioni quelle che sono utili per realizzare la cosa che stai facendo , la transdipliscinarietà e la social intelligence perché anche in un mondo digitale questa rappresenta un elemento vitale della comunità”.
“Poi ci sono le competenze dedicate al mondo Hr: Work Day ci ha fatto capire che le competenze interne digitali erano particolarmente distanti dalla realtà perché la funzione Hr viene da una cultura umanistica e meno tecnologica, e, quindi, più di altre aveva la necessità di approfondire la propria capacità di realizzare progetti digitali”, spiega Livi.
“A tutte queste trasformazioni però è associata un’attenzione all’individuo, alla persona, come unicum, non visto come una comunità. E in questo senso -osserva Livi- Work Day ci ha dato una grande opportunità, attraverso l’ upgrade delle capacità di gestire progetti digitali, la capacità di ripensare tutti i processi in un’ottica più moderna, più digital e di rileggerli con un’attenzione all’individuo che si sente riconosciuto come unicum dall’azienda”.
“Work day è un grande facilitatore di questa trasformazione, sia in termini culturali di attenzione all’individuo sia in termini più generali con una piattaforma che ci consente di gestire in maniera efficiente processi che nelle risorse umane sono molto vari, dall’hiring fino allo sviluppo”, conclude.