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Lavoro, incentivi per chi rientra in Italia

Favorire la natalità ma anche il rientro in Italia di chi ha deciso di lasciarla per lavoro, questo uno degli obiettivi del governo. Che ha ottenuto il via libera il 5 dicembre scorso per il testo del decreto legislativo sulla fiscalità internazionale e si appresta a recepire le indicazioni delle commissioni parlamentari a favore delle famiglie.

Al centro dell’attenzione c’è la facilitazione del rientro per i lavoratori che sceglieranno di tornare in Italia a partire dal primo gennaio 2024, stabilendo la loro residenza nel nostro paese.

Tra le principali novità figura la possibilità di un regime più favorevole: si prospetta la detassazione aumentata al 60-70% per i genitori di minori che decidono di fare ritorno. La richiesta di modifica includeva anche l'”incentivazione della natalità attraverso ulteriori agevolazioni per i lavoratori che diventano genitori durante il periodo di fruizione del regime agevolativo”. Questo dovrebbe avvenire con un “prolungamento temporale dell’incentivo proporzionale al numero dei figli minori a carico”.

L’obiettivo principale di queste misure è di rimpatriare gli oltre 1,3 miliardi di euro che potrebbero entrare nelle casse dello Stato. Secondo il ministro dell’Economia Giorgetti, negli ultimi dieci anni sono stati circa 440 mila i cittadini che sono tornati, con 24 mila solo l’anno scorso, dati significativi se si considera la fuga di cervelli: circa sei milioni di italiani all’estero, di cui un terzo altamente qualificato.

La condizione per beneficiare di questi vantaggi è la residenza in Italia per almeno cinque anni e l’impegno a instaurare un nuovo rapporto di lavoro con un soggetto diverso da quello presso cui erano impiegati all’estero prima del trasferimento, oltre a coloro appartenenti a un diverso gruppo. Inoltre, i lavoratori espatriati interessati a rientrare devono possedere elevate qualificazioni o specializzazioni e, di conseguenza, almeno una laurea triennale.