(Adnkronos) – “Normalità”, un termine che sentiamo spesso ma che, complice la pandemia, ha assunto nuove accezioni e creato nuove abitudini, anche e soprattutto in ambito lavorativo. Per chi ha sperimentato seppur solo parzialmente lo smart-working, i prossimi mesi saranno all’insegna del rientro in ufficio, in molti casi anche in modalità ibrida, che necessita di una certa preparazione. Siamo davvero sicuri di essere pronti o molti di noi si sono abituati alle (s)comodità della casa oramai arredata a ufficio? Gli esperti hr di InfoJobs, la piattaforma leader in Italia per la ricerca di lavoro online, hanno stilato un piccolo galateo del rientro in ufficio, con poche e semplici indicazioni per “ri-abituarci” a vivere in un contesto lavorativo non più confinato fra le mura domestiche, ma che non può prescindere dalla coesistenza con la dimensione online.
Ricorda che la modalità di lavoro è ibrida: pianificazione, flessibilità e rispetto delle esigenze di tutti sono le parole chiave! L’organizzazione del lavoro, soprattutto di team, dovrà necessariamente conciliare le esigenze di chi lavora da remoto e di chi è presente in ufficio, pianificando con attenzione orari e spazi e utilizzando al massimo le opportunità della tecnologia, con un approccio flessibile alla gestione dei contrattempi, piccoli e grandi, che possono inevitabilmente presentarsi.
Outfit, aiuto! In ufficio, abbandonati pigiami e tute, forse è dura rimettersi sui tacchi o riabituarsi a giacca e cravatta, ma, anche se ciò che conta è la produttività e il raggiungimento degli obiettivi, l’outfit da ufficio rimane ciò che cattura lo sguardo al primo impatto. In una recente indagine di InfoJobs, il 69% degli intervistati ha dichiarato che il modo di vestire non incide sulla produttività, mentre per il 31% l’aspetto curato motiva maggiormente ad affrontare la giornata lavorativa. Quindi perché non riscoprire il piacere di dedicare tempo al proprio outfit?
Sii puntuale: se ormai il commuting casa-ufficio era pari alla distanza fra il letto e il tavolo della cucina, ora devi considerare che è necessario superare la soglia di casa e magari utilizzare treni o mezzi per arrivare sul posto di lavoro. Non è semplice riabituarsi a calcolare i giusti tempi, ma la puntualità al lavoro è molto apprezzata. E se sei uno dei fortunati con orario flessibile meglio ancora, se non hai appuntamenti approfittane per regalarti una coccola pre-ufficio, magari apprezzando il tempo per te di un caffè al bar o uno sguardo alle vetrine.
Rispetta l’orario di lavoro… tuo e altrui: per ciò che concerne l’organizzazione del lavoro in ufficio, considera il più possibile gli orari “standard”. Se si tratta di un’eccezione o di una emergenza, si può anche sforare, ma cerca di attenerti il più possibile alle ore canoniche, è un bene per te e per gli altri.
La tua postazione non è un’isola… limita il tono della voce: se sei abituato a lavorare in casa, magari destreggiandoti fra bimbi che giocano, compagni/compagne che lavorano e per farti sentire “devi urlare”, o se, al contrario, hai una casa tutta per te e il tono di voce si alza in alcune call… che succede quando rientri in ufficio? Ricorda che ci sono colleghi (e capi) ed è preferibile adottare un tono di voce adeguato, per non disturbare ma anche per mantenere riservate le proprie conversazioni. Stesso discorso per chi parla dall’altra parte dello schermo: le cuffie in ufficio non sono un optional ma la base del rispetto.
Team building: pause caffè o pranzi, sempre nel rispetto delle regole della nuova normalità, sono momenti preziosi di confronto con i colleghi. Permettono di esplorare la persona, oltre il professionista, di creare legami che possono poi sfociare in amicizie, ma anche di risolvere a quattr’occhi dubbi e problemi di lavoro. Prenditi il tempo per una pausa con loro, ma resta in contatto anche con i colleghi che lavorano più spesso da casa, per costruire davvero un team ibrido e affiatato.
Privacy: la postazione di lavoro non è la scrivania di casa. Fai attenzione a non lasciare oggetti personali, documenti riservati o pc attivi, soprattutto in open space o scrivanie in condivisione. I dati sensibili sono tali per un motivo!
Attenzione agli sguardi: uno dei vantaggi dello smart-working è la possibilità di sfogarsi da momenti di stress in libertà a telecamere spente. In ufficio non è così, non ci si può celare dietro una telecamera non attiva; occorre quindi mantenere sempre un atteggiamento professionale e mostrare il disappunto in modo adeguato al contesto, senza eccessi, ma anche senza ipocrisie. Attenzione agli sguardi troppo rivelatori.
Impegni personali: un altro vantaggio dello smart-working è la flessibilità, che per alcuni si traduce nella possibilità di gestire con più agio gli impegni propri e della famiglia. Con il rientro in ufficio o con il lavoro ibrido è necessaria una maggiore e migliore organizzazione per bilanciare lavoro e vita privata senza che l’uno ostacoli l’altra e viceversa. Migliore organizzazione che può essere anche un’opportunità: se in tempi di full smart i confini tra vita privata e professionale erano labili, qui puoi davvero obbligarti a staccare una volta lasciata la scrivania.
Divertiti: il lavoro è impegno, ma anche passione. È quindi fondamentale che la professione che ci tiene incollati a una scrivania o che ci vede comunque operativi per gran parte della giornata sia anche motivo di soddisfazione e non solo un dovere. E se il lavoro non soddisfa più le aspettative, forse è il momento di cercare una nuova opportunità che rispecchi maggiormente i nostri nuovi desideri.