Ora che il polverone ‘mortale’ inizia lentamente a diradarsi, purtroppo questa è l’evidenza: ”secondo i dati di banca d’Italia già nei primi mesi di emergenza sanitaria la metà delle famiglie italiane abbia subìto una riduzione nel reddito famigliare di circa il 15%. La situazione è particolarmente allarmante tra i lavoratori indipendenti: quasi l’80% ha subìto un calo nel reddito e per il 36% la caduta è di oltre la metà del reddito familiare. Mentre l’Istat segnala per il 2020 la perdita di 440.000 posti di lavoro”.
Lavoro e covid: l’Eurispes denuncia un quadro impietoso rispetto all’economia delle famiglie
Non usa certo mezzi termini Gian Maria Fara, presidente Eurispes, illustrando il quadro – impietoso – di ciò che ‘resta’ dell’economia delle famiglie italiane.
Lavoro e Covid: in realtà è andata peggiorando una situazione già da prima drammatica
Ma attenzione, è vero che il Covid ci ha messo del suo tuttavia, tiene a precisare ancora Fara, non è che prima della pandemia navigassimo in acque migliori: “Le statistiche ufficiali parlano di 4,6 milioni di poveri assoluti nell’Italia pre-Covid, un numero certamente inferiore alla realtà. Di appartenenti ad un ceto medio che arranca, anche se difficilmente identificabili (per discrezione, pudore, vergogna, dignità sociale). Già prima della pandemia il nostro Paese soffriva le conseguenze del ristagno dell’economia e dell’inasprimento delle disuguaglianze sociali. L’Italia risulta ai primi posti in Europa per livelli di disuguaglianza di reddito, e si segnala per la bassissima mobilità sociale”.
Lavoro e Covid: otto italiani su dieci condividono un peggioramento economico nell’ultimo anno
C’è poco da fare, rivela Eurispes: ormai otto italiani su dieci (il 79,5%), non hanno problemi a riconoscere come negli ultimi 12 mesi, sia andata peggiorando l’economia nazionale. Il 54,4% degli intervistati è perfettamente ‘conscio’ di quanto la situazione sia andata peggiorando mentre, uno su quattro (25,1%), si limita ad affermare negli ultimi dodici mesi è ‘solo un po’ peggiorata’. C’è anche chi (l’11,6%), si ostina ad affermare che la situazione sia rimasta tutto sommato stabile, e chi (comunque un 2.9%), incredibilmente, ritiene che vi sia stato ‘leggero miglioramento’. Poi, quanti provenienti da ‘altri pianeti’ (lo 0,9%), sostegno che c’è stato ‘un netto miglioramento’.
Lavoro e Covid: le Isole la vedono molto meno nera rispetto agli abitanti del Centro e del Sud
Se nelle Isole in particolare, la percezione del peggioramento risulta essere molto meno forte rispetto alle altre aree del Paese, di contro, a denunciare un netto peggioramento della situazione economica, è il Centro (61,6%), seguito dal Sud (58,9%), ed il Nord-Ovest (57,7%), sensibilmente meno ‘negativo’ invece il Nord-Est che non raggiunge il 50%.
Se rispetto alla crisi ci si pone invece più ‘morbidamente’ (tipo: oggi la situazione è un po’ peggiorata’), ecco che tale sensazione viene condivisa dalle Isole, dal 28,1% del Nord-Est; il 27,5% del Nord-Ovest; dal 24,5% del Sud e, per il 22,2% del Centro.
Lavoro e Covid: al Nord-Ovest ed al Centro c’è la percezione di un peggioramento. Ottimisti Nord-Est e Sud
Indubbiamente, anche perché cuore pulsante dell’industria, a condividere un peggioramento della situazione economica del Paese, sono i cittadini del Nord-Ovest (l’85,2%) e, penalizzati dall’assenza dell’indotto turistico, quelli del Centro (83,8%), quindi il Sud (83,4%), ed infine il Nord-Est (77,3%). Le Isole sono invece divise: 52,3%.
Infine, se a nessuno fra gli intervistati del Nord-Ovest e del Centro ‘sembra’ osservare un netto miglioramento, molto già ‘speranzosi’ ed ottimisti i residenti del Nord-Est (0,3%), e del Sud (0,1%).
Max