“Dal 22 gennaio 175 lavoratori rischiano di restare senza lavoro per la cessazione del servizio bar e mensa di 23 sedi Telecom in tutta Italia”.
A lanciare l’allarme sono le Organizzazioni sindacali Fesica Confsal, Ugl, Clas, Usb e Cub, da tempo impegnate a scongiurare questa eventualità.
Ma vediamo da vicino cosa sta accadendo: la ditta in appalto che attualmente svolge il servizio bar e mensa ha comunicato a Telecom, da settembre, il recesso del contratto da giorno 22 gennaio.
Ad oggi, nonostante le ripetute richieste delle OO.SS delle scorse settimane, Telecom non ha ancora comunicato le proprie intenzioni sulla prosecuzione o affidamento, ad altra azienda, del servizio.
Dal canto loro, le sigle sindacali Fesica Confsal, Ugl, Clas, Usb e Cub, tengono a denunciare: “Stigmatizziamo l’inverosimile comportamento di una delle più grandi aziende italiane che in modo consapevole mette a rischio 175 posti di lavoro, con l’inspiegabile aggravante di rifiutare perfino la normale dialettica che soprattutto in questi casi è riservata alle parti sociali”.
“A malincuore – continuano le sigle sindacali – prendiamo atto e segnaliamo anche l’atteggiamento inaspettato e poco istituzionale del Ministero del Lavoro che, pur essendo stato sollecitato diverse volte ad aprire un tavolo di confronto sull’emergenza, ad oggi non ha dato alcun riscontro neanche a seguito dell’apertura della procedura di licenziamento collettivo da parte della società uscente”.
Di fronte a così tante famiglie coinvolte nel licenziamento, ormai imminente, i sindacati chiedono con urgenza l’apertura di un tavolo di confronto in sede Ministeriale alla presenza di Telecom: “Hanno il dovere morale di assumersi le proprie responsabilità di fronte al personale che, sempre a causa delle scelte di Telecom, hanno vissuto negli ultimi quattro anni il calvario della cassa integrazione e della riduzione della retribuzione”, concludono Fesica Confsal, Ugl, Clas, Usb e Cub.
Max