Potrebbe essere questa la settimana decisiva per le sorti di Alitalia. Mentre continua il dialogo tra il governo e l’Unione Europea, finora poco proficuo, i lavoratori scendono in piazza, ancora sotto il Mise, come due settimane fa. In centinaia si sono dati appuntamento davanti al Ministero dello sviluppo economico di Roma.
C’è timore per il futuro della compagnia, che presto potrebbe prendere il volo con in nome nuovo Ita, soprattutto per la riduzione del personale. Il rischio concreto è che i dipendenti diminuiscano di quasi un quarto, passando a poco prima di 3.000 rispetto agli attuali 11.000.
“La situazione è drammatica – fa sapere a radio Roma una dipendente Alitalia. – Noi vogliamo salvare il nostro posto di lavoro come nostro diritto, visto che sono anni che facciamo di tutto per l’azienda e il risultato è stato tagli su tagli e il rischio di stare tutti a casa”.
Si profila una versione ‘Bonsai’ della compagnia di bandiera italiana: nome nuovo e nuovo marchio, personale ridotto e voli dimezzati. Gli arei infatti saranno 45 contro gli attuali 104. Questo avrà inevitabili ripercussioni anche sul personale, già colpito dal mancato pagamento degli stipendi, e ora a rischio di rimanere a terra, senza riposte per il futuro.
Anche una bara ha fatto capolino al Mise, a rappresentare lo stato critico in cui versa la compagnia. Il corteo si è poi spostato in strada: centinaia di manifestanti hanno invaso Via Veneto e Piazza Barberini.